Kary Mullis, il “bad boy” della scienza

Kary Mullis, il “bad boy” della scienza

Esperienze psichedeliche, donne e surf. Kary Mullis, scienziato eccentrico, è stato Nobel per la chimica nel 1993 grazie all’invenzione della PCR, una tecnica rivoluzionaria che permette di amplificare il DNA

mullis

Kary Mullis e la sua passione, il surf

Kary Mullisnasce nel 1944 in North Carolina. Come lui stesso afferma, fin da piccolo gioca con la scienza. Cresce tra pozioni esplosive, combattimenti tra insetti catturati in giardino e costruzione di razzi artigianali. Compie il primo vero passo nel mondo scientifico laureandosi in chimica al Georgia Institute of Technology ad Atlanta nel 1966. Proprio in quell’anno viene dichiarato illegale l’LSD, ma ciò non diminuisce la voglia del giovane Mullis di provare gli effetti della sostanza. Del resto sostiene di aver fatto uso di droghe anche da bambino, quando la madre gli somministrava barbiturici per dormire la notte e il paregorico, una soluzione alcolica di oppio al 10%. Sostanze legali in quell’epoca ma successivamente messe fuorilegge. Mullis è sempre stato affascinato dall’LSD, ritenendolo capace di amplificare la percezione sensoriale. È per questo che nella sua autobiografia, «Ballando nudi nel campo della mente», descrive esperimenti telepatici sotto effetto di acido con un suo collega biochimico. I due, nel silenzio più totale e in uno stato di meditazione, tentavano di entrare in contatto mentalmente. L’obiettivo era pensare entrambi la stessa parola e poi scriverla su un foglio di carta. Ogni volta l’esito era positivo. Ci sono anche però descrizioni di “trip” finiti male, come quando una dose eccessiva di una droga da lui sintetizzata lo imprigionò in un “baratro mentale” per giorni. Era diventato apatico, non riusciva più a provare alcun sentimento e non ricordava chi fosse e che cosa facesse nella vita. In un’altra occasione finì al pronto soccorso perché avendo perso conoscenza inalando protossido d’azoto (cioè gas esilarante), si era risvegliato con metà faccia congelata. A proposito della sua esperienza con le droghe, in Psychedelic Science, un documentario della BBC, dichiara: «Cosa sarebbe successo se non avessi mai preso l’LSD? Avrei inventato la PCR ugualmente? Non lo so. Ne dubito. Ho seri dubbi».

Tra esperienze psichedeliche, surf e matrimoni finiti male (si è sposato quattro volte), prosegue con successo gli studi con un dottorato di ricerca in biochimica presso l’Università della California a Berkeley nel 1972. Completa poi due anni di post-dottorato in chimica farmaceutica presso l’Università della California a San Francisco. Gestisce anche un panificio e dopo un periodo in cui scrive di fantascienza, ma con scarsi risultati, Mullis ottiene un impiego nel settore delle biotecnologie alla Cetus Corporation in California. Lavora lì come chimico del DNA per sette anni e nel 1983 mette a punto la tecnica di reazione a catena della polimerasi.

È un normale venerdì notte, quando Mullis, per trascorrere un week-end romantico con la sua ragazza, sta andando al suo cottage a Mendocino, tra le campagne californiane. Ferma bruscamente la macchina. Nella sua mente pensieri e idee si mescolano con provette, enzimi e frammenti di DNA. Da quel caos psichedelico qualcosa sta prendendo forma. La doppia elica di DNA si srotola e un piccolo frammento inizia a replicarsi in una vorticosa spirale senza fine. Un lampo di genio ed ecco l’intuizione che porta alla scoperta della tecnica della PCR (Polymerase Chain Reaction). Grazie a questa si può aumentare esponenzialmente il numero di copie di un segmento di DNA, conoscendone almeno una parte di sequenza. L’enzima protagonista della reazione è la DNA-polimerasi, che in natura nella cellula, ha la funzione di replicare il filamento di DNA. Una volta isolato, il segmento da clonare viene fatto replicare in vitro per vari cicli, ottenendone una quantità ideale per analizzarlo. Questa tecnica rivoluzionariaha vastissimi campi di applicazione. Viene utilizzata in varie branche della medicina (diagnostica microbiologica e tumorale fino in campo legale) e della biologia (paleontologia, antropologia molecolare, ingegneria genetica, studi di popolazione in ecologia e tassonomia). Sono tutte discipline in cui di solito si dispone di poco materiale genetico e per poter sostenere le appropriate ricerche questo deve essere amplificato fino a ottenerne un campione appropriato.

Mullis è uno scienziato provocatorio, sfrontato, spesso odiato dai propri colleghi e anche un personaggio mediatico che non si prende troppo sul serio. Nella sua biografia possiamo leggere di esperienze al limite della realtà, come il rapimento da parte di un extraterrestre, descritto come un procione luminoso, per lui così reale da costringerlo a vagare di notte, nei boschi californiani, armato di un AR-15 per dargli la caccia. Lo troviamo però anche in giacca e cravatta, in veste di perito scientifico della difesa, che prende parte al processo per omicidio di O.J. Simpson, dove critica apertamente il sistema giudiziario americano e l’inesperienza della polizia scientifica nell’usare la PCR per il riconoscimento del DNA dell’imputato.

Insomma la costante della vita di Kary Mullis è quella di voler essere la voce fuori dal coro, che non si esime dal criticare e insinuare dubbi sul mondo scientifico, pur facendone parte. Un mondo, secondo lui, ormai corrotto e pieno di personaggi inetti, capaci di pubblicare su Nature un suo articolo sull’astrofisica ai limiti della fantascienza, scritto oltretutto sotto effetto di acidi e dopo molti anni di ricerca e un Nobel, e di rifiutare uno sulla PCR e le sue applicazioni. Fa scalpore anche la sua presa di posizione riguardo l’inesistenza dei dati che hanno portato alla scoperta dell’HIV. Accusa apertamente Gallo e Montagnier di essere solamente dei truffatori alla ricerca di finanziamenti governativi per i propri laboratori, scatenando l’ira e lo sdegno da parte della comunità scientifica internazionale. Tuttavia, il 1993 è l’anno che lo consacra nel mondo scientifico. Riceve anche il Japan Prize, sempre per l’invenzione della PCR. Anche in un momento così serio, Mullis riesce a creare scompiglio. Infatti qualche giorno prima della premiazione, la polizia fa irruzione nella sua camera d’albergo a Stoccolma. Lo scienziato, in un momento di noia, aveva generato il panico tra i passanti. Li teneva sotto mira con un laser portatile da conferenza, ignaro del fatto che l’anno precedente in quelle strade un pazzo aveva iniziato a sparare sulla folla con un fucile, dotato di mirino laser, uccidendo molte persone.

Personalità eccentrica, scienziato psichedelico e fenomeno mediatico, Mullis continua a svolgere attività di ricerca in California, concedendosi nei momenti di pausa qualche onda da surfare.