La "reggia" dei Nobel

La “reggia” dei Nobel

Sarà affidata all’architetto David Chipperfield la realizzazione della “Nobelhuset”, la nuova sede del prestigioso Premio Nobel

Una prestigiosa opera architettonica firmata dall’inglese David Chipperfield sarà il nuovo edificio che ospiterà la premiazione dei Nobel a Stoccolma. Al concorso per il nuovo progetto, bandito nel novembre 2013, avevano partecipato dodici grandi studi di architetti, come i due svedesi Wingårdh e Johan Celsing Arkitektkontor, il primo, autore della Victoria Tower di Stoccolma, il secondo, conosciuto per la Greenland´s National Gallery of Art.

Chipperfield, titolare di numerosi studi sparsi per tutto il mondo, è famoso per aver progettato ambienti culturali e storici come la galleria delle piante e il salone centrale del Natural History Museum di Londra.

Insieme ai suoi collaboratori, svilupperà una struttura di 13.000 mq sulla punta della penisola di Blasieholme, nel centro della città.

Penisola di Blasieholme

Penisola di Blasieholme

Con una suggestiva panoramica sul lungo canale, la nuova Nobelhuset sarà circondata da un parco cittadino che andrà a unirsi a quello, già esistente, dello Swedish National Museum. Nella parte superiore ci sarà il grande auditorium, concepito come un ampio spazio sviluppato su scelte cromatiche e materiali che si fonderanno armonicamente con il “guscio” di ottone a fasce verticali, intervallate con ampi vetri. Il piano terra, completamente trasparente, sarà adibito alle sale conferenze, agli uffici, alle biblioteche e un museo dedicato allo storico premio.

Il direttore esecutivo della Nobel Foundation, Lars Heikensten, spiega questa scelta stilistica come «una leggerezza e un’apertura dell’edificio coerenti con l’ambizione esplicita della Fondazione di creare uno spazio aperto e accogliente verso il pubblico generale, la proposta è una concreta interpretazione del Premio Nobel come il più importante simbolo della Svezia nel mondo».
I lavori inizieranno nel 2015. Il completamento dell’edificio è previsto entro il 2018.

Samyra Musleh e Anna Maria Carchidi