Buongiorno, sono Alfred Nobel

Buongiorno, sono Alfred Nobel

Intervista al sosia dello scienziato che accompagna i visitatori nel giro turistico di villa Nobel a Sanremo

È lui o non è lui? Chi è quell’elegante signore con la barba che sembra uscire da una pagina dei libri di storia? Assomiglia ad Alfred Nobel, ma è passato più di un secolo dalla sua scomparsa. Possibile che il grande scienziato oltre a ottenere l’immortalità morale grazie al suo omonimo premio, abbia raggiunto anche quella fisica? In realtà questo azzimato personaggio si chiama Marco Macchi ed è guida turistica ed escursionistica, scrittore e sosia di Alfred Nobel.

Sanremo. Marco Macchi, sosia di Alfred Nobel, riceve i turisti in visita alla villa che appartenne allo scienziato

Sanremo. Marco Macchi, sosia di Alfred Nobel, riceve i turisti in visita alla villa che appartenne allo scienziato

Chi si reca a Sanremo può avere il piacere di visitare villa mio nido, come la chiamava Nobel, avendo la sensazione di essere accompagnato proprio dal grande scienziato e apprendere dalla “sua” viva voce  la storia della dinamite e tante curiosità sulla sua vita.

Senza bisogno di truccarsi, Macchi sfrutta la sua naturale somiglianza con l’inventore, facendo fare al visitatore un salto indietro nel passato fra i cimeli del museo, i candelotti di nitroglicerina nel laboratorio e le stanze dove Nobel scrisse quel famoso testamento che dispone l’istituzione del premio a lui intitolato.

Nel 1891 lo scienziato lasciò Parigi, accusato dalle autorità francesi di spionaggio industriale, e si trasferì a Sanremo nel grande edificio ottocentesco in stile moresco con vista sul mare ligure fino alla sua morte nel 1896. Nel laboratorio chimico che aveva allestito, egli continuò a fare esperimenti. Fece perfino arrivare dalla Svezia un cannone Boford, prodotto da una fabbrica di sua proprietà e tuttora visibile nel giardino, con cui, facendo tremare tutto il vicinato, perfezionò le sue polveri esplosive.

Dal 1973 villa Nobel è di proprietà della provincia di Imperia, che l’ha restaurata e arricchita con un museo dedicato alle scoperte scientifiche dell’Ottocento e ai venti vincitori italiani del premio voluto dallo scienziato.