Breakthrough Starshot

Breakthrough Starshot: un viaggio extrasolare a velocità record

Raggiungere in poco più di vent’anni Proxima b, il pianeta extrasolare più vicino alla Terra: è l’ambizioso progetto finanziato dal miliardario russo Yuri Milner con la collaborazione dei due premi Nobel per la fisica Steven Chu e Saul Perlmutter

È dalla notte dei tempi che l’uomo desidera raggiungere pianeti lontani e presto il sogno potrebbe diventare realtà. Un gruppo di imprenditori e scienziati ha infatti presentato il progetto Breakthrough Starshot, il cui obiettivo è la costruzione di una piccola sonda a propulsione laser che in poco più di 20 anni dovrebbe arrivare su Proxima b, il pianeta extrasolare – potenzialmente abitabile e parte del sistema stellare Alpha Centauri –  più vicino alla Terra. Una volta arrivata a destinazione, il compito della sonda sarà quello di raccogliere dati e immagini utili a capire se ci sono le condizioni giuste per la vita e trasmetterli alla Terra, distante 4,37 anni luce. Un piano ambizioso e di non semplice realizzazione di fronte al quale i ricercatori sono però fiduciosi.

viaggio extrasolare

Credits: AP photo

 

Il patron di Facebook Mark Zuckerberg, il famoso astrofisico Steven Hawking e i due premi Nobel per la fisica Steven ChuSaul Perlmutter sono solo alcune delle menti che hanno reso possibile Breakthrough Starshot. Il progetto – che ha un costo complessivo tra i 5 e i 10 miliardi ed è finanziato per 100 milioni di dollari dal miliardario russo Yuri milner – ha come obiettivo la realizzazione di una sonda spaziale completamente diversa da quelle costruite fino a ora. Essa sarà costituita da una “navicella madre” in grado di condurre in orbita migliaia di nanosonde: vele costruite con materiali ultraleggeri contenenti chip poco più grandi di un comune francobollo, batterie, sensori e telecamere miniaturizzate. Destinazione finale: Proxima b.

Bruce Betts, direttore scientifico della Planetary Society di Pasadena (California) ha dichiarato a riguardo: “Chiaramente sarebbe un enorme passo avanti per l’umanità se si potesse raggiungere il sistema stellare più vicino”. Parole condivise da molti poiché in linea con i grandi interrogativi della vita:“Siamo soli nel cosmo? Ci sono pianeti abitabili al di fuori del nostro?”.

La prima vera sfida da affrontare per dare risposta a questi interrogativi sarà portare il veicolo a viaggiare a velocità mai raggiunte prima e farlo arrivare a destinazione in tempi ragionevoli. È per questo che i ricercatori si sono concentrati sullo sfruttamento della luce come proposto dall’astrofisico Philip Lubin: razzi convenzionali per far uscire la sonda dall’orbita terrestre e una serie di laser da 100 gigawatt collocati sulla Terra e in grado di generare all’unisono un fascio di luce talmente potente da accelerare la vela fino alla meta finale. Un’innovazione quella del laser, su cui i responsabili del progetto fanno grande affidamento.

Il momento più importante sarà però intorno al 2060, quando ormai vicino a Proxima b, il computer a bordo della sonda si attiverà e contatterà la Terra, mentre durante un fly-by (un sorvolo ravvicinato a velocità altissime), farà foto e raccoglierà dati sull’eventuale presenza di acqua, crateri, montagne e atmosfera, rivelando così se è presente un ambiente compatibile con la vita.

Ultimo passo, per il quale gli esperti ammettono di non aver ancora trovato una soluzione, è la trasmissione dei dati raccolti fino a noi grazie a un laser sufficientemente potente. Per superare questa e altre sfide ingegneristiche hanno quindi deciso di pubblicare online i dati in loro possesso, in modo da renderli disponibili a tutti e avvalersi della condivisione di conoscenze open source.

Credits immagine in evidenza: spaceref.com