Grafene

Insalata al grafene

Sintetizzato il grafene dall’olio di soia: dall’Australia una rivoluzionaria tecnica che auspicabilmente abbasserà i costi di produzione del cosidetto materiale del futuro

L’agenzia governativa australiana per la ricerca scientifica, Commonwealth scientific and industrial research organisation (Csiro), ha annunciato con un articolo pubblicato su Nature Communications di aver sviluppato un metodo per produrre il grafene a partire dall’olio di semi di soia. Al di là dell’uso di materiali di facile reperibilità come l’olio, la nuova tecnica, chiamata GraphAir, permetterà di produrre il materiale in maniera più semplice ed economica.

Le tecniche esistenti per la produzione di grafene prevedono una lunga lavorazione ad alte temperature in ambienti altamente controllati nel vuoto con gas compressi esplosivi. Il nuovo metodo, invece, non necessita di camere a vuoto o materiali potenzialmente pericolosi; in condizioni ambientali normali, l’olio di soia viene riscaldato per circa trenta minuti per ottenere dei blocchi unitari di carbonio. Questi blocchi, che sono essenziali per sintetizzare il grafene, vengono poi rapidamente raffreddati su fogli di nichel in sottili rettangoli dello spessore di un nanometro, ovvero circa ottantamila volte più sottile di un capello umano.

Geim e Novoselov

Geim e Novoselov durante la conferenza stampa del premio Nobel per la Fisica del 2010.

Il grafene è un materiale prodotto per la prima volta all’Università di Manchester nel 2004 ed è valso il premio Nobel per la fisica nel 2010 ad Andre Geim e Konstantin Novoselov. È duecento volte più duro dell’acciaio e conduce l’elettricità meglio del rame. Inoltre miscelato con altri materiali conferisce loro le sue proprietà. Questo lo rende un materiale versatile che può essere utilizzato in svariati campi come l’elettronica, le apparecchiature biomedicali, la purificazione delle acque, del suolo e dell’aria.

Nel nostro paese, nel 2015, l’Istituto Italiano di Tecnologia, sfruttando le proprietà di questo innovativo materiale, ha realizzato una  batteria che dura il 25% in più delle batterie al litio; mentre Directa Plus, azienda leader nella produzione di grafene, ha vari prodotti al suo attivo. Per esempio un materiale capace di incorporare gli idrocarburi, utilizzabile in caso di fuoriuscite di petrolio in acqua; inoltre ha sviluppato una serie di materiali tessili innovativi, dei filamenti per la stampa 3D che riducono sensibilmente il tempo di realizzazione di un prodotto e sta lavorando all’inchiostro conduttivo per la produzione di circuiti elettronici.

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