La penna digitale dell’artista Daria Kirpach ritrae Rita Levi-Montalcini

La penna digitale dell’artista Daria Kirpach ritrae Rita Levi-Montalcini

Il ritratto della neurobiologa Rita Levi-Montalcini è tra le pitture scientifiche candidate al “Wellcome Image Awards 2017”, la competizione artistica che da vent’anni premia le opere d’arte più impressionanti, informative e tecnicamente performanti riguardanti i temi delle scienze della vita

Tra le opere artistiche candidate alla competizione per il premio fotografico britannico “Wellcome Image Awards 2017” non poteva certamente mancare il ritratto della pioniera delle neuroscienze moderne, Rita Levi-Montalcini. A realizzarlo, servendosi completamente del digitale, è stata stata Daria Kirpach, artista russa residente in Italia che ha ritratto la scienziata in una posa suggestiva ed evocativa. La sua figura è mostrata di spalle: indossa un abito rosso acceso su uno scenario assente, di una varietà cromatica più spenta, e tiene tra le mani, congiunte dietro la schiena, un’ampolla. Alla base della nuca, resa artisticamente quasi trasparente, una struttura ramificata grigio-verde che verosimilmente rappresenta un “ventaglio” di neuroni.

montalcini

Credits: Daria Kirpach/Salzman International/2017 Wellcome Image Awards

In totale, sono 22 gli artisti giunti alla finale della ventesima edizione del premio, dedicato alla scienza rivisitata attraverso la microscopia (ottica, confocale ed elettronica), l’illustrazione (a mano, digitale e in 3D) e la fotografia. Dopo la premiazione, le opere hanno fatto il giro del mondo, spostandosi tra Europa, Asia e Africa.

L’iniziativa non è l’unica nel suo genere: alla memoria di Rita Levi Montalcini, scomparsa nel 2012, sono infatti dedicate diverse manifestazioni scientifiche e artistiche. Premio Nobel per la medicina nel 1986 per la scoperta del fattore di accrescimento della fibra nervosa (NGF), Rita Levi Montalcini compì un enorme passo avanti nello studio del sistema nervoso, ritenuto fino ad allora una struttura statica e rigidamente programmata dai geni. Intraprese quella che lei stessa definì la “saga dell’NGF” quarant’anni prima del riconoscimento di Stoccolma, quando si trovò a ripetere gli esperimenti dell’embriologo Elmer Bueker sugli innesti di parti tumorali (sarcomi) di topo in embrioni di pollo. Stesso esperimento, stesso risultato: subito dopo il trapianto del tessuto tumorigenico, si osservava la crescita delle fibre dai neuroni dei gangli sensoriali nell’ammasso tumorale, similmente a quanto accadrebbe in seguito al trapianto di un arto. Ma fu la singolare interpretazione di Montalcini a rivelarsi, in seguito, esatta: l’iperinnervazione degli organi di pollo osservata era, a sua detta, dovuta al rilascio di un agente diffusibile in grado di stimolare la crescita e il differenziamento delle cellule nervose.

ritrae

Rita Levi-Montalicini durante l’assegnazione del Premio Nobel per la medicina (1986).
Via: http://www.z3xmi.it/pagina.phtml?_id_articolo=3516-La-signora-della-medicina.html

Si trattava, per l’appunto, della molecola NGF: “La scoperta dell’NGF all’inizio degli anni Cinquanta è un esempio affascinante di come un osservatore acuto possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos”, si legge nella motivazione dell’assegnazione del Nobel.In precedenza, i neurobiologi non avevano idea di quali processi intervenissero nella corretta innervazione degli organi e tessuti dell’organismo”.