Invecchiamento

Il curioso caso di George Church: è possibile invertire l’invecchiamento?

Un processo di ingegneria genetica che permetterebbe di invertire l’avanzare dell’età per topi, cani e umani. Questo è il progetto della start-up Rejuvenate Bio, guidata da un gruppo di genetisti della Harvard Medical School

George Church, genetista della Harvard Medical School e co-fondatore della start up Rejuvenate Bio, pensa che sia possibile invertire l’invecchiamento nei cani, e in futuro negli umani, attraverso un processo di ingegneria genetica. “Una volta invertito l’ invecchiamento nei cani, potremmo applicare lo stesso procedimento per invertire quello umano”, ha dichiarato Church al podcaster Rob Reid. “Il processo si basa sull’aggiunta di nuovo materiale genetico al corpo dell’individuo e abbiamo già fatto molti test sui topi. Stiamo iniziando a testare il processo sui cani e poi proveremo con gli umani”, ha concluso Church. Noah Davidsohn e Daniel Oliver, rispettivamente capo del settore ricerca e amministratore delegato di Rejuvenate Bio, hanno rifiutato di rilasciare dichiarazioni sull’argomento.

Chiunque ha pensato almeno una volta di poter fermare, se non invertire, l’invecchiamento. Si tratta di un processo naturale che avviene all’interno dei nuclei delle cellule di quasi tutti gli organismi viventi. In questi nuclei è presente l’intero corredo genetico di un individuo, sotto forma di molecole di dna, utilizzato dalle cellule per replicarsi: ad ogni divisione però la cellula perde un pezzetto di dna, e questa perdita graduale durante la vita dell’individuo è associata al suo progressivo invecchiamento. Il processo messo a punto da Church consiste nella somministrazione di materiale genetico aggiuntivo, sulla base di alcuni processi osservati nei vermi e negli insetti. Perfezionando così il corredo genetico si potrebbe arrivare ad aumentare l’aspettativa di vita di un individuo fino a più del doppio. Altre ricerche hanno poi dimostrato che, somministrando sangue di esemplari giovani a topi più vecchi, i valori di alcuni marker biologici tornavano a livelli comuni in gioventù.

La compagnia non ha reso pubblici i risultati dei test sui cani. In un documento pubblicato dalla Tufts Veterinary School sono registrati test su quattro esemplari di beagle, ma non è chiaro se altri test siano in corso. Il progetto di Church e soci ha trovato un ampio consenso tra gli allevatori cinofili, principali investitori del progetto e rappresentanti di un mercato, quello degli animali domestici, che registra guadagni annui da capogiro intorno ai 72 miliardi di dollari. “I cani sono un mercato autosufficiente”, ha dichiarato Church a febbraio durante un evento nella città di Boston. “Non sono soltanto grandi organismi vicini agli umani. Sono qualcosa per cui la gente è disposta ad investire. Faremo altri test sui cani, così otterremo un prodotto finito che le persone acquisteranno. Così potremo cominciare i test sugli umani”, ha concluso poi Church.

Le ricerche hanno già provveduto a dimostrare che l’invecchiamento può essere invertito. Gli scienziati oggi possono riprogrammare una cellula per farla tornare al suo stato giovanile nell’embrione, ma invertire l’invecchiamento degli animali non è semplice poiché ogni animale è costituito da miliardi di cellule specializzate per una determinata funzione. “Credo che non siamo neanche vicini alla capacità di invertire il processo di invecchiamento per tutto l’organismo dei mammiferi”, ha però dichiarato J. Pedro de Magalhaes, genetista dell’Università di Liverpool.

A partire dal 2015, dal laboratorio di Church dell’Università di Harvard, noto anche per il tentativo di clonazione di un esemplare di Mammuthus primigenius, si è iniziato a pensare di ringiovanire geneticamente dei topi usando la terapia genica e nuovi strumenti come Crispr. La terapia genica è stata basata sull’inserimento di sequenze di DNA in alcuni virus che trasportavano poi queste sequenze all’interno delle cellule di topi anziani. I risultati hanno mostrato chiaramente che i livelli delle concentrazioni di alcune sostanze erano tornati a quelli comunemente osservati in esemplari più giovani e in salute.

La terapia genica messa a punto sui topi ha un grande potenziale applicata alla cinofilia. Con questo metodo potremmo arrivare a debellare patologie come la displasia dei labrador retriever e dei pastori tedeschi, o i problemi cardiaci di dobermann e cavalier king”, ha dichiarato Church nel suo intervento all’Esposizione Cinofila Nazionale americana. È proprio da alcuni allevatori che, però, si è alzata la polemica. Secondo Rod Russell, allevatore cinofilo ed editor di CavalierHealth.org, l’offerta della Rejuvenate Bio è “solo rumore”. Russell ha poi aggiunto: “non esistono prove certe dell’efficacia del processo di ringiovanimento. Non si può affermare il funzionamento di un farmaco sperimentale prima di aver effettuato un ampio studio sui possibili effetti collaterali per i pazienti”.