L'Helicobacter fa piazza pulita

L’Helicobacter fa piazza pulita

La flora batterica dello stomaco viene spazzata via in presenza di infezione da Helicobacter pylori. Lo rivela una ricerca dall’Università di Vienna

Che l’ulcera gastrica non sia causata dallo stress è già noto dagli anni ’90: nella maggior parte dei casi, a causare il disturbo è Helicobacter pylori, un batterio che abita nello stomaco e, se presente in quantità eccessive, può diventare molto fastidioso. Uno studio pubblicato su Frontiers in Microbiology da un’équipe di ricercatori dell’Università di Vienna, guidati da Christoph Steininger, riporta l’analisi su tre gruppi di 10 persone, rispettivamente sane e colpite da due ceppi diversi di Helicobacter. Mentre la flora batterica degli stomaci dei soggetti sani era molto diversificata, in quella dei soggetti infetti c’era solo Helicobacter, indicando che l’infezione compromette seriamente il nostro habitat gastrico.

La ricerca sulla flora batterica dello stomaco è indietro rispetto a quella su altri compartimenti del corpo umano. Lo stomaco, infatti, essendo acido, è un ambiente molto ostile, e fino al 1982, anno in cui Robin Warren e Barry Marshall hanno per caso scoperto l’Helicobacter, si credeva che fosse disabitato. I ricercatori australiani avevano dimenticato delle piastre con dei succhi gastrici in un armadio del laboratorio, e le hanno poi ritrovate coperte di una patina biancastra: l’Helicobacter, appunto. La fortunata dimenticanza è valsa a Warren e Marshall il premio Nobel per la medicina nel 2005.

Helicobacer pilori. Credits: Google immagini.

Ci sono voluti una decina di anni prima che la comunità scientifica riconoscesse l’importanza della scoperta e il ruolo di Helicobacter nella gastrite e nell’ulcera. I sintomi di infezione da Helicobacter sono molti, dal mal di stomaco alla nausea e perdita di appetito, e per curarlo vengono utilizzati degli antibiotici specifici. Adesso è anche noto che ci sono delle correlazioni tra le patologie causate da Helicobacter e il cancro allo stomaco. Nel recente studio del gruppo austriaco guidato da Steininger viene descritta la differenza tra le popolazioni batteriche di stomaci di soggetti sani e due gruppi di soggetti infettati rispettivamente da due ceppi di Helicobacter. I due ceppi si distinguono per la presenza o meno del gene CagA, sospettato di essere uno dei fattori chiave di cancerogenicità del batterio. I ricercatori hanno prelevato, nei 30 soggetti studiati, delle biopsie di mucosa gastrica, e hanno isolato e sequenziato il Dna dei batteri presenti.

Nelle biopsie dei 10 soggetti Helicobacter negativi la popolazione batterica era composta da Firmicutes (42.58%), Bacteroidetes (29.19%), Proteobacteria (12.82%), Actinobacteria (10.59%), e Fusobacteria (3.79%), batteri comunemente trovati negli stomaci di persone sane. Nelle biopsie dei due gruppi di soggetti infetti sono stati trovati solo frammenti di Dna appartenenti a Helicobacter, il che indica una riduzione, se non la completa eliminazione, degli altri abitanti dello stomaco. I due gruppi con i ceppi CagA positivo e negativo non hanno mostrato differenze significative sulla presenza di altri microorganismi dello stomaco, ovvero entrambi non avevano batteri al fuori di Helicobacter.

I risultati dello studio lasciano spazio a molte domande, sia su quali siano i meccanismi dello spopolamento, che sulle eventuali conseguenze per la salute. “La ricerca sul microbioma è recente, non possiamo dire con certezza quali siano le ricadute sulla salute umana, quello che sappiamo è che a livello del colon squilibri sulla flora residente possono favorire la comparsa di infezioni (colite da Clostridium) o anche porre le basi per lo sviluppo di malattie infiammatorie croniche (esempio rettocolite ulcerosa e malattia di Crohn) o addirittura il cancro”, ci spiega Giulia Fiorini, dell’Università di Bologna. “Sicuramente questi risultati andranno tenuti in considerazione per le terapie, ad esempio l’utilizzo di probiotici per favorire l’eradicazione di Helicobacter. Sono molteplici gli esempi in letteratura di tentativi terapeutici cosiddetti treating bugs with bugs: curare i batteri coi batteri”.