Nobel discutibile

Se il Nobel è… discutibile

Non sempre il premio Nobel finisce nella mani giuste: una raccolta di Nobel quantomeno discutibili

Dal razzista James Watson ai gas tossici di Friz Haber, dalla lobotomia di Antonio Egas Moniz ai  nematodi cancerogeni di Johannes Fibiger, dal Ddt di Paul Muller  al “no-vax” Luc Montagnier. Più di una volta il premio Nobel è stato assegnato a scoperte sbagliate o che non hanno apportato nessun contributo al progresso dell’umanità. Altre volte, invece, è andato a personaggi che si sono rivelati poi eticamente discutibili. O, ancora, gli scienziati responsabili di una scoperta premiata con il Nobel sono stati completamente dimenticati. Ecco i casi più eclatanti.

Tra i personaggi eticamente discutibili uno dei nomi di maggior spicco è sicuramente quello del premio Nobel per la Chimica Friz Haber. Lo scienziato tedesco che rinnegò le sue origini ebraiche fu premiato nel 1918 per aver messo a punto una tecnica per la sintesi dell’ammoniaca, partendo dal gas di idrogeno e azoto. Scoperta che si è rivelata molto utile nell’ambito dell’agricoltura, soprattutto per la produzione di fertilizzanti.

Fritz Haber

Nobel ineccepibile, non fosse per il fatto che lo scienziato, durante la Prima Guerra Mondiale, fu uno dei più grandi sostenitori dell’utilizzo di gas tossici per sterminare il nemico. Il primo grande attacco con gas di cloro, sotto la sua supervisione, fatto in Belgio, costò la vita a migliaia di soldati. Durante la Seconda Guerra Mondiale, invece, mise a punto un’altra tecnica dalla quale poi venne ricavato lo Zyklon B, il gas che veniva usato nelle “docce” dei campi di sterminio.

Tra i Nobel assegnati a studi sbagliati compare invece il nome Johannes Fibiger.  Il medico danese studiò ciò che succedeva nel corpo dei ratti dopo che avevano ingerito scarafaggi che si erano nutriti di nematodi (piccoli vermi cilindrici) e notò che nello stomaco dei roditori si formavano delle escrescenze (cancro) che successivamente li portavano alla morte.

Johannes Fibiger

Il medico danese ottenne così il premio Nobel per la Medicina nel 1926 per aver dimostrato che i nematodi erano cancerogeni. La verità fu un’altra, invece, e venne a galla solo qualche anno dopo: le escrescenze non erano causati dai nematodi, ma dalla mancanza di vitamina A.

Un’invenzione che si è rivelata più dannosa che utile per l’umanità è stata la tecnica della lobotomia, metodo chirurgico che prevede la rimozione parziale dei lobi frontali del cervello del paziente allo scopo di diminuirne l’attività psicotica – ovvero curarne la pazzia. Alla cerimonia di assegnazione del Nobel per la Medicina del 1949, la tecnica, messa a punto dal neurochirurgo portoghese Antonio Egas Moniz, venne annunciata come una delle più importanti scoperte nel campo della terapia psichiatra. Un annuncio parzialmente giustificato dal contesto culturale dell’epoca, l’Europa di fine ‘800, gli anni in cui si pensava che fosse possibile intuire la personalità degli individui dalla forma della testa. Nel giro di pochi anni, però, la lobotomia, che era già stata criticata da molti medici che la definivano “barbarica”, lasciò spazio ai farmaci.

Antonio Egas Moniz

La scoperta di Paul Muller, invece, ebbe vita più lunga. Il chimico svizzero dimostrò l’azione insetticida del Ddt che verrà poi usato in larga misura per proteggere raccolti e debellare insetti portatori di malattie quali tifo e malaria. Questa intuizione gli valse il Nobel per la Medicina nel 1948. Nel 1962, un’attivista americana, Rachel Carson, nel suo libro Silent Spring, denunciò il Ddt perché cancerogeno e nocivo nella riproduzione degli uccelli. Il libro fece molto scalpore, e nel 1972 il Ddt venne vietato per l’uso agricolo negli USA.

Paul Muller

Nel regolamento Clp dell’Unione Europea, che regolarizza la circolazione delle sostanze chimiche, il Ddt è etichettato con la frase di rischio R40 (Può provocare effetti irreversibili), mentre l’Agenzia Internazionale per il Cancro (Iarc) lo ha inserito nella categoria 2B (limitati indizi di cancerogenicità). Nonostante questo, però, il Ddt è ancora usato nelle zone colpite da malaria perché gli effetti benefici che ha sulla malaria sono comunque maggiori rispetto al rischio di contrarre un tumore.

Tra gli scienziati premiati per scoperte non proprio significative c’è Nils Gustaf Dalén. Nel 1912 gli venne assegnato il premio Nobel per la Fisica per l’ideazione del Solventil, una valvola solare che regolava l’illuminazione a gas nei fari, spegnendoli  automaticamente al sorgere del sole e riaccendendoli di notte o in caso di nebbia o di tempo nuvoloso.

Nils Gustan Dalén

Un’invenzione utile per la navigazione. Ma contemporaneamente agli studi di Dalén, Max Planck stava ponendo le basi della meccanica quantistica, teoria ben più importante nella storia della scienza. Donde l’affermazione dello scrittore Burton Feldman che disse che il premio a Dalén resta quello “meno significativo” mai assegnato nel campo delle scienze.

Resteranno nella storia anche i nomi di Nikola Tesla e Thomas Edison, contemporanei di Dalén, che non compaiono in nessuna lista Nobel. Anche se in seguito fu rivelato che l’Accademia voleva assegnare un premio congiunto a entrambi, ma sia Tesla che Edison, piuttosto che condividere il premio con un “rivale” (Tesla, in particolare, considerava Edison un semplice inventore e non uno scienziato), rifiutarono.

James Watson è quello che ha fatto più parlare di sé. Grande scienziato del ventesimo secolo, ma anche “grande arrogante”, come lo definì il magazine Gate. Arrogante è anche l’aggettivo usato dalla comunità nera, a cui Watson attribuisce un’intelligenza minore rispetto ai bianchi.

James Watson

Chissà, invece, cosa hanno pensato gli esperti dell’Accademia Reale Svedese delle Scienze, quando, nel 2014, lo scienziato, dopo che la comunità scientifica lo aveva quasi del tutto emarginato per le sue affermazioni razziste e sessiste, decise di mettere all’asta la medaglia del Nobel perché aveva bisogno di soldi. L’ennesimo affronto di un premio Nobel che ha sempre vissuto al limite dell’eticamente discutibile.

Luc Montagnier

 

Insieme a James Watson, si è guadagnato recentemente un posto tra i Nobel che vanno contro corrente un altro grande scienziato, Luc Montagnier.  Il medico francese che, nel 2008, è stato premiato col Nobel per la Medicina per i suoi importanti studi sull’Hiv, il virus responsabile dell’Aids, è un convinto antivaccinista. Peccato che non abbia mai pubblicato degli studi concreti in merito in alcuna rivista scientifica.