fenformina

Dal controllo del diabete alla lotta al cancro: l’aiuto inaspettato della fenformina

La fenformina, farmaco utilizzato da anni per tenere sotto controllo il diabete, oggi si scopre avere una nuova applicazione nella lotta contro i tumori

Da uno studio su modello animale del ricercatore Gianluca Canettieri dell’Università Sapienza è emerso che la fenformina ha un meccanismo d’azione nei confronti di un tumore dell’età infantile a carico del cervelletto, il medulloblastoma. La ricerca, pubblicata sulla rivista Cell Reports, è stata condotta nel Dipartimento di Medicina Molecolare in collaborazione con l’Istituto Pasteur Italia e l’Istituto Italiano di Tecnologia.

Il farmaco, tradizionalmente usato per il trattamento del diabete, agisce sui mitocondri, piccoli componenti che funzionano da fabbriche di energia nella cellula. Nello specifico, la fenformina modifica l’azione di una molecola, chiamata mGDP, che ha effetti sulle cariche elettriche determinando un rallentamento della crescita del tumore.

Gli autori del lavoro appena pubblicato hanno compiuto un importante passo avanti nella comprensione dei meccanismi d’azione di questo principio attivo: “Fino a qualche tempo fa, era opinione diffusa che la fenformina agisse ‘soffocando’ il tumore bloccando la produzione di ATP nella respirazione cellulare”, ha spiegato Canettieri. “Per la prima volta, invece, è stato dimostrato come questa agisca da batteria al contrario: la fenformina ipercarica le cellule portandole a ‘disattivarsi’ e bloccando così la crescita del tumore. In particolare le nostre misurazioni si sono concentrate sui livelli di acido lattico, acido piruvico NAD+ e NADH. Un aumento di quest’ultimo determina, infatti, gli eventi che portano al blocco della malattia”.

Le buone notizie non finiscono qui. Lo studio, infatti, potrebbe spianare la strada a lavori analoghi su altri tipi di tumori. “Grazie a studi in via di definizione oggi è anche possibile ipotizzare l’azione della fenformina su altri tipi di tumori”, conclude lo scienziato. “La via per una sperimentazione sugli esseri umani si avvicina sempre di più: negli Usa, per esempio, sono già iniziati i test su pazienti con melanoma.