Marie Curie, una grande scienziata ed una grande donna

Marie Curie, una grande scienziata ed una grande donna

di Giuseppe Duranti, 4BLS, IIS Campus Leonardo da Vinci, Umbertide

Questo saggio partecipa al concorso Hansel e Greta. Il vincitore verrà designato sulla base del numero di voti ricevuti e della valutazione da parte di una giuria di qualità. Le votazioni partiranno il 15 giugno 2020. Per votare cliccare su questo link, selezionare il tema desiderato e cliccare sul pulsante “vota” in fondo alla pagina.


I meriti di una delle menti più brillanti di tutti i tempi, Marie Curie, vanno ben oltre la scienza.
Marie è una donna animata da una volontà di ferro, che alla fine dell’ Ottocento decide di lasciare Varsavia  per Parigi sfidando tutti i pregiudizi, pur di realizzare il suo sogno di dedicare la sua vita alla scienza.
Nonostante sia nata in una Polonia assoggettata alla Russia, dove non esistono le minime libertà fondamentali, Marie è una donna moderna, attiva e rivoluzionaria.
Eredita dalla famiglia l’ amore per la patria, per gli studi e il forte impegno sociale.
La vita la mette spesso a dura prova, a causa della perdita degli affetti, rivelando una personalità fragile.
Il giornalista americano Melovely la descrive come “ la più modesta delle donne”, tutta dedita alla ricerca scientifica, contraria ad ogni forma di pubblicità. Un’ immagine insolita per una scienziata che all’inizio degli anni Venti, è una celebrità internazionale: è, infatti, una delle poche donne che fanno ricerca scientifica, è stata la prima donna ad insegnare alla Sorbona di Parigi, a ricevere il premio Nobel e a vincere due premi Nobel: nel 1903 per la fisica, per lo studio dei primi elementi radioattivi, nel 1911 per aver scoperto il radio e il polonio, oltre ad aver coniato il termine “radioattività”.
Per la sua concezione disinteressata della scienza non brevettò mai le sue scoperte, preferendo donare all’ umanità i risultati della sua ricerca. Per la Curie il fine era più importante del profitto.
Forse la sua modestia deriva dalle difficoltà incontrate in gioventù nel suo paese natale, dove nonostante si riveli un’eccellente studentessa, non può iscriversi all’ Università in quanto donna, ma deve frequentare dei corsi clandestini. 
Grazie alla tenacia ed al sacrificio che la contraddistinguono, riesce ad iscriversi alla Sorbona dove si laurea con pieni voti in fisica e matematica.
È proprio nell’ambiente universitario parigino che conosce e frequenta il marito Pierre, con il quale ha tanti interessi in comune e lo stesso sogno di dedicare la propria esistenza alla ricerca scientifica.
Condividono la loro vita privata e lavorativa per dodici anni fino alla morte di lui avvenuta a causa di un incidente stradale.
Grazie alle sue scoperte, Marie apre la strada per comprendere la natura della materia che ci circonda, la possibilità di ricavarne energia e lo sviluppo della medicina nucleare.
Ma  in una Francia maschilista, razzista e antisemita, nonostante Marie fosse uno dei fisici più importanti del suo tempo, non ottiene i riconoscimenti dovuti in quanto donna per di più anticonvenzionale, straniera; inoltre si insinua che sia stata favorita dal nome del marito, che sia di origini ebraiche e che abbia una relazione con un fisico e matematico sposato e con figli.
Lo stesso comitato del Nobel le chiederà di non andare alla cerimonia di assegnazione del secondo premio Nobel, perché lo scandalo che la vede coinvolta, potrebbe pregiudicare la reputazione stessa del premio, ma Marie si recherà a Stoccolma e pronuncerà il suo discorso di accettazione in cui rivendica i suoi meriti e il contributo di Pierre.
Durante la prima guerra mondiale  lavora, in prima linea, per il bene del Paese: da sola trascina la valigia di piombo con le scorte nazionali di radio, da Parigi a Bordeaux, per non farle cadere in mano straniera, lavorerà come radiologa, spostandosi sul fronte, salvando molte vite umane.
Purtroppo, i suoi studi le costarono la vita, morì a 66 anni per una grave forma di leucemia, causata dall’esposizione ai materiali radioattivi di cui un tempo si ignorava la pericolosità. Lei stessa ammetterà di essere stata tradita dal suo amato radio.
Madame Curie è stata spesso descritta come una scienziata austera, poco loquace, immersa nel suo lavoro in laboratorio, ma era soprattutto un’ appassionata, pronta a trasgredire le regole  per una giusta causa, a occuparsi degli altri a costo di rischiare la vita.

Credits immagine: © Association Curie Joliot-Curie