Frances Hamilton Arnold

Frances Arnold, da taxi driver a premio Nobel

Il quotidiano spagnolo El Paìs ha di recente pubblicato un’intervista a Frances Hamilton Arnold, premio Nobel per la chimica 2018. Tante vite diverse, vissute in una volta, che hanno portato la biochimica statunitense a essere premiata dall’Accademia reale svedese delle scienze

L’intervista a Frances Hamilton Arnold, sul quotidiano El Paìs, si apre così: “In passato, ha lavorato a Pittsburgh come tassista”, sottolinea Manuel Ansede, giornalista scientifico. “Sì, ero una delle poche donne tassiste. C’erano questi enormi taxi gialli e le strade di Pittsburgh sono molto strette. Ho imparato come muovermi e come destreggiarmi in circostanze ristrette”. “Aver fatto il tassista non è tipico dei curriculum dei premi Nobel. Sa se ci sono altri ex tassisti che hanno vinto questo premio?

Tassista, cameriera in un jazz club, receptionist e anche collaboratrice domestica di Thomas Kuhn, importante epistemologo e filosofo della scienza. Queste diverse vite vissute in un’unica volta sono state il trampolino di lancio che ha permesso a Frances Arnold di raggiungere una delle più alte onorificenze scientifiche: il premio Nobel. In adolescenza, però, la scienziata statunitense non era affatto interessata alla chimica e al mondo scientifico, ma proprio in merito a questo ha affermato: “La vita è lunga e puoi avere molte vite diverse. Puoi imparare molte cose diverse e non sai mai quando saranno utili, quindi impara il più possibile e combina le tue conoscenze in modi nuovi. Adattati, sii flessibile e non smettere mai di imparare”.

Ma qual è lo studio che le ha permesso di ottenere il Nobel?

Francis Arnold ha utilizzato il principio del cambiamento genetico e della selezione naturale per sviluppare proteine in grado di risolvere diversi problemi legati all’inquinamento. Nel 1993, ha condotto la prima evoluzione diretta degli enzimi, proteine ​​che catalizzano le reazioni chimiche. I risultati ottenuti dal suo studio includono anche una produzione di sostanze chimiche, come per esempio i prodotti farmaceutici, e una produzione di combustibili rinnovabili molto meno dannose per il nostro pianeta.

L’evoluzione, per circa quattro miliardi di anni, ha fatto di tutto nel mondo biologico. I chimici possono esplorare cose completamente nuove attraverso l’evoluzione stessa”, afferma Frances Arnold. “Non sto parlando di ottimizzazione, che è quello che abbiamo fatto in passato prendendo qualcosa di esistente e migliorandolo, come per esempio il detersivo per il bucato. Sto parlando di creare qualcosa di completamente nuovo, una nuova chimica, con legami chimici che la natura non ha mai creato”.

La scienziata statunitense, in un certo senso, ha addomesticato l’evoluzione in un laboratorio: “Il lavoro di Arnold si concentra sull’evoluzione diretta, il che significa che alleva proteine ​​come gli altri allevano i cani”, spiega per l’appunto il giornalista Ansede. L’evoluzione direzionata sviluppata dalla scienziata statunitense, ad oggi, viene adottata nei laboratori di tutto il mondo. Un traguardo scientifico che le ha permesso di ottenere il premio Nobel per la chimica nel 2018.

Fonte: Profilo Twitter Frances Hamilton Arnold (@francesarnold)


Ma nessuno è perfetto, tantomeno i vincitori del premio Nobel. Frances Arnold, infatti, fu la protagonista di un’altra vicenda che scosse il mondo scientifico: il ritiro di un suo studio su Science. Alla fine del 2019, la rivista dichiarò infatti che, dopo la pubblicazione del paper in cui figurava Arnold tra gli autori, gli esperimenti per riprodurre il lavoro mostrarono dati molto diversi. Motivo per cui gli autori decisero di ritirare il documento.

La prima reazione da parte del pubblico fu: “Portatele via il premio Nobel”. A fine giornata, però, l’opinione pubblica cambiò slogan con “è bello ammettere un errore e correggerlo, soprattutto se sei un premio Nobel“. In merito a questa vicenda, Arnold aggiunse anche: “Non volevo che gli studenti perdessero tempo cercando di riprodurre ciò che avevo pubblicato. Non era giusto. Era molto più facile ammetterlo pubblicamente in modo che nessuno perdesse tempo. Le persone ti perdonano se sei onesto, perché sanno che è umano commettere errori”.

Immagine in evidenza: Frances Hamilton Arnold [Credit photo: Flickr – 2.0 Generic (CC BY-NC-SA 2.0)]