Organoidi creati in laboratorio per studiare i tumori infantili

Organoidi creati in laboratorio per studiare i tumori infantili

Grazie all’utilizzo di organoidi realizzati in laboratorio, un gruppo di ricercatori è riuscito a individuare i meccanismi biologici che potrebbero giocare un ruolo chiave nell’insorgenza del medulloblastoma, il più diffuso tra i tumori cerebrali infantili

I tumori del sistema nervoso centrale rappresentano circa il 4% delle neoplasie infantili. Sono patologie aggressive, che necessitano di trattamenti multidisciplinari; tra queste, il più comune in età pediatrica è il medulloblastoma. Una malattia che, nonostante i passi in avanti fatti dalla ricerca, ha un tasso di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi che oscilla intorno al 70%. I pazienti guariti possono presentare effetti collaterali a lungo termine in grado di influenzare negativamente la qualità della vita: in un quadro come questo, lo studio approfondito delle cause dell’insorgenza di queste gravi patologie assume un’importanza fondamentale. Un gruppo internazionale di ricercatori guidato da Luca Tiberi dell’Università di Trento, che ha visto coinvolti Francesca Gianno e Felice Giangaspero di Sapienza Università di Roma, è riuscito a sviluppare un nuovo modello per studiare questo tipo di malattie. Utilizzando per la prima volta organoidi realizzati in laboratorio, i ricercatori sono riusciti a individuare i meccanismi cellulari che potrebbero giocare un ruolo chiave nell’insorgenza, nella progressione e nella prognosi del medullobrastoma. I risultati dello studio, pubblicato su Science Advances, potrebbero portare a trattamenti migliori e più efficaci.

Organoidi usati per studiare il medulloblastoma, il più diffuso tra i tumori infantili
Organoide cerebrale umano durante il suo sviluppo (credit: wikimedia commons)

Gli organoidi sono a tutti gli effetti organi in miniatura riprodotti in laboratorio. Modelli tridimensionali in piccola scala, sviluppati in vitro a partire da poche cellule di tessuto, che hanno giocato un ruolo chiave in questa ricerca. Creati a centinaia nei laboratori dell’Università di Trento, hanno permesso agli scienziati di ricreare tessuto cerebrale tumorale e si sono dimostrati utili per comprendere i meccanismi genetici del cancro al cervello in età pediatrica: un primo passo per mettere a punto nuove strategie per la diagnosi e la cura di queste malattie ancora molto difficili da curare. “Proprio grazie a questi tessuti cerebrali tumorali in provetta siamo riusciti a individuare il tipo di cellula da cui può avere origine il medulloblastoma. Si tratta di cellule che hanno un ruolo determinante nell’insorgenza, nella progressione e nella prognosi di questo cancro cerebrale pediatrico”, spiega Luca Tiberi, coordinatore dello studio.

I risultati ottenuti dai ricercatori aprono nuove prospettive nella ricerca contro i tumori al cervello e, in un futuro non troppo lontano, gli organoidi potrebbero rappresentare uno strumento in grado di permettere la produzione di una grande quantità di tumori in laboratorio a costi ridotti rispetto alle precedenti tecnologie, rendendo possibile lo sviluppo di strategie nuove ed efficaci per valutare nuovi farmaci. Secondo Tiberi, “produrre un gran numero di tumori ci aiuterà ad affinare la ricerca sui geni responsabili della malattia e sulle strategie di contrasto. Gli organoidi ci permettono di farlo senza ricorrere ad animali di laboratorio e in un contesto più vicino a quello dei pazienti. Possono rappresentare uno strumento affidabile per sviluppare terapie personalizzate”.

Immagine in evidenza: campione istologico di un medulloblastoma (credit: wikimedia commons)