La telefonata che tutti vorrebbero ricevere

La telefonata che tutti vorrebbero ricevere

L’assegnazione del premio Nobel viene comunicata intorno alle 11.30, ora di Stoccolma, una mattina di ottobre, da Staffan Normark segretario dell’Accademia Reale Svedese delle Scienze. A volte però non tutti ci credono

Anche quella mattina di ottobre del 2001, il genetista Paul Nurse si alzò e andò al lavoro: aveva una riunione con James Watson premio Nobel per la Medicina nel 1962 per cui pensò di spengere il cellulare. Finché l’ufficio non lo contattò al telefono dello studio e lo invitò ad ascoltare un messaggio in segreteria. Visibilmente nervoso, Paul accese il cellulare e ascoltò il messaggio in silenzio. Poi si alzò e disse: «scusate devo andare ora, penso di aver vinto il premio Nobel». La riunione era cominciata con un Nobel e finita con due.

Shinya Yamanaka Nobel per la medicina nel 2012, i colleghi lo descrivono così: una persona molto meticolosa, educata e ben vestita. L’annuncio lo ha sorpreso mentre caricava lavatrice.

È singolare l’esperienza di Dario Fo, vincitore del Nobel per la Letteratura nel 1997. Protagonista, insieme ad Ambra Angiolini, del programma televisivo Milano-Roma, in cui due personaggi famosi dovevano guidare insieme da soli da Milano a Roma o viceversa, quando un cronista di «Repubblica» li affiancò con un cartello che diceva «Dario hai vinto il premio Nobel!». Pensava di essere finito su «Scherzi a parte». Insolito anche il brindisi al primo autogrill.

A volte i vincitori sono irreperibili, possono avere il cellulare spento, oppure essere un po’ distratti, capita che siano informati da giornalisti, fotografi e cameraman appostati fuori casa. Un esempio è il caso di Doris Lessing, Nobel per la Letteratura del 2007, di ritorno a casa con la spesa e la busta dei carciofi in mano, che esclamò «Oh Christ!» per la sorpresa.

Incredulo Thomas Südhof, uno dei tre vincitori del premio Nobel per la Medicina del 2013, che ricevette la notizia in macchina, mentre sta guidando. La telefonata può darci un’idea di come si resti senza parole.