Nobel

Chi paga il premio Nobel?

Ulrika Bergman è stata nominata nuovo responsabile degli investimenti della Fondazione svedese. Si occuperà di gestire i fondi che finanziano i premi Nobel

La Fondazione Nobel gestisce i beni che Alfred Nobel ha lasciato in eredità per finanziare sia il premio omonimo sia il compito di selezionare i cosidetti “Nobel Laureates”. Il responsabile degli investimenti riveste un ruolo centrale nella gestione di tali beni, che oggi ammontano a circa 450 milioni di euro. Dal prossimo 29 maggio tale posizione chiave sarà affidata alla svedese Ulrika Bergman, finora impegnata con lo stesso ruolo alla banca scandinava SEB.

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Ulrika Bergman, nuovo responsabile degli investimenti della Fondazione Nobel (Credits: nobelprize.org)

Ma quali sono questi beni ereditati dalla Fondazione? Il giorno in cui Alfred Nobel scrisse il suo terzo e ultimo testamento era il 27 novembre 1895 e decise che i suoi beni dovevano essere investiti in un fondo costituito da titoli sicuri. Questo significava che i suoi interessi nelle imprese industriali in tutto il mondo dovevano essere liquidati.

Gran parte dei suoi beni erano collegati alla compagnia petrolifera russa Baku Petroleum e a circa un centinaio di industrie di munizioni e dinamite in Europa, Nord e Sud America, Australia e Sud Africa. Nobel possedeva anche numerose azioni di diverse società minerarie incluse alcune miniere d’oro. I suoi valori erano depositati nelle banche di Glasgow, Londra, Berlino, San Pietroburgo, Göteborg, Stoccolma, Lione, Parigi, e in tutte quelle città in cui nel tempo aveva fatto degli investimenti di tipo industriale.

Nobel possedeva anche uno yacht (il primo al mondo con lo scafo in alluminio), una scuderia di cavalli e tre immobili di pregio: la villa Mio Nido a San Remo, un appartamento a Parigi e la villa Björkborn a Karlskoga in Svezia.

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Villa Björkborn a Karlskoga (Credits: fli.institute)

La maggior parte dei titoli e dei contanti erano depositati in banche francesi a Parigi, e questo rendeva difficoltoso ottenere il controllo dei beni senza essere soggetto alle tasse di successione francesi. Queste dovevano essere pagate nel paese in cui era fissata la dimora del proprietario dei beni, e quindi in Francia, dove Nobel si fermava di frequente per impegni lavorativi. Ma in un breve paragrafo della legge francese dell’epoca il giovane assistente di Nobel, Ragnar Sohlman, lesse che “la residenza di un uomo è fissata nel luogo in cui egli tiene i suoi cavalli”. Sohlman riuscì a dimostrare che i tre stalloni russi Orlov tanto amati da Nobel dimoravano nella tenuta di Karlskoga.

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Cavallo russo di razza Orlov (Credits: agraria.org)

Così l’esecuzione del testamento fu interamente soggetta alla legge e alle tasse svedesi. Un’altra porzione sostanziale del patrimonio derivava dagli oltre 350 brevetti registrati in tutto il mondo, primo fra tutti il brevetto per l’invenzione della dinamite, e dalle royalties a essi associate.

Al momento della lettura del testamento in seguito alla sua morte, la suddivisione del patrimonio suscitò grandi polemiche e malcontento all’interno della sua famiglia. Nobel decise di lasciare parte dei suoi averi ai nipoti, parte a persone a lui care e parte anche ad alcuni lavoratori molto fedeli. Ma la maggior parte del patrimonio fu destinata all’istituzione del premio. Si trattava di circa il 95 per cento del totale, equivalente a 31 milioni di corone svedesi, una somma elevata considerando il valore della corona a quel tempo e che oggi corrisponderebbe a circa 200 milioni di euro. Questi soldi furono investiti nei cosiddetti “titoli di prim’ordine”, i cui rendimenti annuali dovevano essere spesi per finanziare i cinque premi Nobel e l’amministrazione della commissione per l’assegnazione dei premi stessi.

Dal 1900 la responsabilità della gestione dei beni fu trasferita alla Fondazione di Stoccolma appena costituita. Il valore nominale dei primi premi individuali, assegnati nel 1901, era di circa 150 mila corone svedesi (pari a circa 9 milioni di corone ai tassi di cambio attuali). Al momento del centenario nel 2001, il valore del premio salì a 10 milioni di corone, il valore più alto in assoluto sia in termini nominali che reale. Nel 2012, in seguito a diversi anni di declino del fondo, fu ridotto a 8 milioni di corone, corrispondenti ancora oggi a poco meno di 900 mila euro.

Il compito del responsabile degli investimenti è proprio quello di monitorare continuamente e valutare i beni della Fondazione Nobel, sviluppando proposte per la distribuzione degli investimenti, per le strategie di mercato e per gli strumenti finanziari da utilizzare.

“Sarà molto emozionante e divertente lavorare in un’organizzazione come la Fondazione Nobel, dove la gestione dei beni ha lo scopo di assegnare un contributo gratificante per i maggiori benefici per l’umanità” afferma la Bergman. “Vedo questa opportunità come una sfida nel portare fino in fondo la gestione del patrimonio della Fondazione”.

Credits immagine in evidenza: insvezia.com