May-Britt Moser e il Gps cerebrale: curiosità da Nobel

May-Britt Moser e il Gps cerebrale: curiosità da Nobel

Psicologa e neuroscienziata, May-Britt è stata insignita del Premio Nobel nel 2014 per la scoperta delle cellule a griglia, neuroni del cervello che permettono a molte specie di orientarsi nello spazio

Un’atmosfera felice, una fattoria a gestione familiare e una cittadina norvegese di tremila abitanti. Sono questi gli elementi che caratterizzano l’infanzia di May-Britt Moser, nata nel 1963 e ultima di cinque fratelli. La sua curiosità irrefrenabile la spinge sin da piccola a osservare gli animali e a chiedersi il perché di ogni loro gesto. La madre le parla di viaggi, il padre le insegna a interessarsi ai dettagli. “Avevano sempre da fare, ma da loro ho imparato che il lavoro rende felici”, ha raccontato entusiasta. Dice di essere stata sempre affascinata dal cervello: “Desideravo più di ogni altra cosa capire le ragioni per le quali si agisce in un modo e non in un altro”. La giovane May-Britt era pronta a non arrendersi, insomma, ma certo non poteva immaginare che la sua passione l’avrebbe portata dritta al Nobel.

May-Britt e Edvard Moser in laboratorio (Foto: NTNU Info)

Negli anni ottanta si trasferisce a Oslo per iscriversi all’università, incerta su quale facoltà scegliere. A quel tempo amava la matematica, la fisica e il suo fidanzato dentista; alla fine tradisce tutti e tre decidendo di non seguire impulsi romantici e di dedicarsi alla psicologia, con lo scopo preciso di indagare le dinamiche della mente. A convincerla è Edvard Moser, sua nuova fiamma, futuro marito e compagno di Nobel, con il quale condividerà gli obiettivi scientifici e la gioia pura delle scoperte. Già dai primi anni di studio, May-Britt si dedica con successo a un progetto sull’iperattività dei ratti in laboratorio. I suoi lavori si concentrano sulla funzione della zona dorsale dell’ippocampo, fino ad allora poco conosciuta. È lei, con Edvard, a scoprire che è questa l’area cerebrale responsabile della memoria spaziale.

Isabel Moser intenta a “leggere” la rivista Hippocampus (Foto: Nobelprize.org)

Grazie alle prime pubblicazioni, comincia a emergere nel mondo degli esperti. Ma non si accontenta: c’è ancora qualcosa, nel cervello degli amati roditori, che le risulta poco chiaro. La sua caparbietà le permette di approfondire le connessioni neurali che gli animali sviluppano in condizioni di estrema stimolazione fisica. May-Britt e Edvard si sposano nel 1985. Comincerà per loro un periodo di fervore scientifico nei centri di Edimburgo e Londra, nei quali impareranno tecniche all’avanguardia. Sono gli anni in cui il laboratorio è la seconda casa della famiglia, ormai composta dai genitori e due figlie, felici di trascorrere il tempo con i piccoli ratti, tanto da amarli come animali domestici. “Avere due figlie biologiche, oltre che un figlio-laboratorio”, racconterà May-Britt in seguito, riferendosi a quegli anni, “ha portato una felicità indescrivibile nella mia vita! Mi ha aiutata a fare della buona scienza”.

Qualche tempo dopo i coniugi tornano in Norvegia, quando lei comincia a insegnare all’università dove era stata studentessa. All’arrivo del nuovo millennio, i Moser aprono il primo centro per la Biologia della memoria, dove lavorano sulla corteccia entorinale dell’ippocampo. Nel 2005 scoprono le cellule a griglia (grid cells). Nel 2008 si evidenzia la cooperazione tra queste e le cellule di posizione (place cells), trovate trent’anni prima da John O’Keefe e osservate anche negli esseri umani. .

a) Place cell; b) Grid cell (Foto: Wikimedia Commons)

La comprensione del Gps cerebrale ha richiesto ancora un po’ di fatica. In sintesi: le grid cells fanno sì che il cervello generi autonomamente e continuamente mappe indipendenti dello spazio in cui ci troviamo, composte da esagoni perfetti. Quando, spostandoci, entriamo in uno di questi, si attiva il gruppo di place cells a esso relativo. Il risultato è quindi un sistema coordinato per l’orientamento, che ci permette di memorizzare non solo la nostra posizione momentanea, ma anche la direzione da prendere per raggiungere la mèta desiderata. In alcune malattie neurologiche infatti, come l’Alzheimer, i danni alla corteccia entorinale sono i responsabili della perdita della capacità di orientamento. Nel 2014 arriva il Nobel per la medicina, che premia la persistenza dimostrata dalla coppia. L’annuncio della loro separazione, nel 2016, rimane ora l’unica sbavatura su un dipinto apparentemente perfetto.