Cisti renali

Ecografia con mezzo di contrasto: la nuova tecnologia per il monitoraggio delle cisti renali

Consensus di esperti coordinata da Sapienza realizza una nuova classificazione delle cisti renali tramite l’uso dell’ecografia con mezzo di contrasto

Una Consensus di esperti, pubblicata dalla Federazione europea delle società per gli ultrasuoni in medicina e biologia (Efsumb) e coordinata da Sapienza, ha realizzato una nuova classificazione delle cisti renali con l’uso dell’ecografia con mezzo di contrasto. Si chiama Ceus (Contrast Enhanced UltraSound) ed è uno strumento che permetterebbe ai pazienti con problemi di cisti renali di fare controlli in maniera più frequente ed in modo poco invasivo.

“La diagnosi di cisti renale”, spiega Vito Cantisani, vicepresidente della Facoltà di Medicina e odontoiatria di Sapienza, e coordinatore della Consensus di esperti, “è una delle diagnosi più comuni nella popolazione generale, soprattutto in età geriatrica.  Per il paziente, questa diagnosi crea apprensione e preoccupazione”.

Spesso, infatti, le cisti renali sono totalmente asintomatiche e, se scoperte, non necessitano di particolari indagini o trattamenti. Tuttavia, c’è un 8% dei casi in cui questa patologia si associa a una sintomatologia aspecifica: ipertensione, forte dolore al fianco, febbre. In alcuni casi, insomma, è necessario ricorrere a ulteriori approfondimenti perché la cisti renale potrebbe risultare di natura maligna. Per queste indagini più avanzate, si può optare per la tomografia computerizzata, la risonanza magnetica o l’ecografia con mezzo di contrasto. 

Ma quali vantaggi avrebbe l’utilizzo della Ceus rispetto alle altre tecnologie? Innanzitutto, questo strumento non utilizza radiazioni ionizzanti, e ciò le permette di essere utilizzata anche sui pazienti con problemi della funzione renale. È inoltre una tecnologia fortemente innovativa, perché unisce la non-invasività e l’alta risoluzione spaziale della metodica ecografica alle informazioni di natura vascolare e tissutale del mezzo di contrasto intravenoso. L’ecografia con mezzo di contrasto, infine, riesce ad analizzare in maniera più accurata lo spessore periferico della cisti, e quindi sulla presenza, numero e spessore dei setti interni, nonché sull’eventuale presenza o meno di formazioni nodulari solide intra cistiche che aumentano il rischio di malignità della cisti renale.