James D. Watson

James Dewey Watson tra intuito e opportunità

James Dewey Watson è una figura controversa del mondo scientifico odierno. Nell’immaginario collettivo è sempre ricordato con Francis Crick per aver intuito la struttura a doppia elica del Dna, risultato che valse a entrambi il Nobel per la medicina assieme a Maurice Wilkins

I neri sono meno intelligenti dei bianchi

Questa frase nel 17 ottobre 2007 scosse l’opinione pubblica mondiale riaccendendo il dibattito sulla supremazia delle razze che tanto faticosamente ci stavamo lasciando alle spalle. Ad affermarlo era James Dewey Watson vincitore del Nobel per la medicina nel 1962. Due giorni dopo ritrattò affermando: “Non posso che presentare le mie scuse senza riserve, non era quello che volevo dire“. Facciamo un passo indietro, nato a Chicago il 6 aprile del 1928, fu bambino prodigio e a soli 15 anni entrò nell’University of Chicago. Si laureò in zoologia, ma fu solo dopo aver letto nel 1946 il libro “What is life” di Erwin Schrödinger che indirizzò il suo campo d’interesse verso la genetica.

Nella primavera del 1951, durante un meeting alla Stazione zoologica di Napoli, Watson conobbe il fisico neozelandese Maurice Wilkins e apprese i primi dati sulla diffrazione a raggi X del Dna. Da quel momento in poi ebbe un unico scopo: arrivare a determinare la struttura tridimensionale di questa molecola. Nell’ottobre dello stesso anno, iniziò la sua famosa collaborazione al Cavendish Laboratory, il dipartimento di fisica dell’Università di Cambridge, con il biologo Francis Crick.

Pochi però sanno che inizialmente a Watson e Crick fu assegnato un altro progetto di ricerca: la risoluzione della struttura del virus del mosaico del tabacco, un fitopatogeno, tramite la tecnica di diffrazione a raggi X. Non avevano molta esperienza con questa metodologia e poco interesse per quello studio. Pensarono quindi di ignorare queste direttive. Servendosi delle informazioni non ancora pubblicate, ottenute dalla chimica e cristallografa Rosalind Franklin, membro del gruppo di Wilkins, dedussero la struttura a doppia elica del Dna. Pubblicarono per primi sulla rivista Nature il 25 aprile 1953. Watson scrisse a tal proposito:

Come sapete, le leggende narrano che io e Francis abbiamo rubato la struttura ai ricercatori del King’s. Mi avevano mostrato il difrattogramma ottenuto ai raggi X da Rosalind Franklin: wow! Era un’elica! Ed ecco che un mese dopo avevamo la struttura; Wilkins non avrebbe mai dovuto mostrarmi la foto

"Fotografia 51" di Rosalind Franklin - permise a Watson di intuire la struttura del DNA
“Photograph 51” di  Rosalind Franklin e Raymond G. Gosling, maggio 1952, conservata tra i documenti di Linus Pauling (Fonte: Oregon State University Special Collections & Archive Research Center)

Watson, Crick e Wilkins ricevettero il Premio Nobel per la Medicina nel 1962, anche se nell’immaginario collettivo, la rivelazione della struttura del DNA è legata solo ai primi due. “Non ho mai ben capito quanta farina fosse di Watson e quanta di Crick”, dichiarò Lawrence Bragg, premio Nobel per la fisica nel 1915. “era sempre Crick a parlare”. Un altro incarico degno di nota di Watson fu la nomina a direttore per il Progetto Genoma Umano al National Institute of Health (NIH) nel 1989. Lascio questa posizione nel 1992 per attriti con il suo superiore Bernardine Healy, con cui non era d’accordo sulla commercializzazione dei geni sotto diritto d’autore come fossero dei prodotti industriali.

Dalla fine degli anni 90 in poi la reputazione di Watson iniziò una parabola discendente e oscura segnata dalle sue inappropriate affermazioni pubbliche: “Si potrebbe trovare il gene che determina l’orientamento sessuale” enunciava ad esempio durante un’intervista il 16 febbraio 1997, “Se una donna decidesse quindi di abortire un figlio omosessuale, io l’appoggerei”. Alla luce di tutto ciò nel gennaio 2019 il Cold Spring Harbor Laboratory, istituto in cui ha lavorato per decenni, ha dichiarato: “Le dichiarazioni di Watson sono indegne e non scientifiche”, revocando poi le sue onorificenze di rettore e professore emerito.

“Condanniamo l’abuso della scienza per giustificare un pregiudizio”

Watson rimane una figura discutibile, oscura ed a tratti negativa del panorama scientifico, non adatto per rappresentarne le istituzioni, le quali hanno avuto necessità di prenderne le distanze isolandolo. Nonostante tutto gli si deve riconoscere il merito di aver aperto le porte alla comprensione delle informazioni contenute nel genoma creando nuove frontiere per la conoscenza.

James Dewey Watson - NCI
James Dewey Watson – National Cancer Institute (NCI), Public domain, via Wikimedia Commons

Immagine in evidenza: Foto di PublicDomainPictures da Pixabay & James_D_Watson_Genome_Image.jpg: Cold Spring Harbor Laboratoryderivative work: Jan Arkesteijn, Public domain, via Wikimedia Commonsrielaborato digitalmente da Luigi Suglia