Silvia Masi e Paolo De Bernardis

Silvia Masi e Paolo De Bernardis: vite come un nastro di Mӧbius

Silvia Masi e Paolo De Bernardis, coppia nella vita e nel lavoro, si incontrano giovanissimi e intraprendono un lungo viaggio insieme che li porterà sulle vette della fisica grazie al progetto BOOMERang. Il loro segreto? La reciproca fiducia e complicità

Nell’immaginario collettivo, dietro le grandi scoperte si nasconde lo scienziato, figura spesso schiva e solitaria, la cui esistenza è caratterizzata da eventi quasi al limite dell’epico. Questa invece, è la storia di una scoperta “normalmente straordinaria” compiuta da persone “straordinariamente normali”, se così le si può definire. Tutto ha inizio alla fine degli anni Cinquanta del ‘900, quando, il 29 maggio 1958 e il 1° febbraio 1959, nascono a Firenze rispettivamente Silvia Masi e Paolo De Bernardis. I due futuri colleghi e coniugi si incontreranno per la prima volta alle scuole medie, ignari che le loro vite si sarebbero intrecciate come un sistema di stelle doppie, ma, come loro stessi raccontano, non si frequentarono mai in quel periodo. Sebbene le classi fossero miste, c’era ancora uno stato di polarizzazione fra il mondo femminile e quello maschile. Negli anni delle superiori le loro strade si separeranno: Masi frequenterà il liceo classico Galileo Galilei – “tanto ambìto che i genitori facevano la fila di notte per poter iscrivere i propri figli”, dice la professoressa, mentre De Bernardis siederà fra i banchi del liceo scientifico.

Proprio in quegli anni, la passione per la fisica prende forma, o per meglio dire si consolida, ma lo fa in modi differenti seppur guidati da un filo conduttore: la comunicazione. Nel caso di Silvia Masi sarà l’incontro con una giovane e illuminata docente di fisica conosciuta gli ultimi due anni di liceo, che mossa da una grande passione, saprà trasmetterle il suo stesso amore per la fisica. Meno istituzionale sarà invece il “rapimento” di De Bernardis, che ancora oggi ricorda con piacere di come leggesse avidamente i testi divulgativi di astronomia scritti da Paolo Maffei e di come grazie a questi ed altri libri simili, il “seme” della fisica sia presto diventato un “germoglio assetato di conoscenza”. Terminati gli studi liceali, Masi sarà l’unica della classe a portare fisica alla prova di maturità, e le loro vite torneranno a incontrarsi, ma in modo del tutto inaspettato, ovvero durante una vacanza in montagna subito prima di iniziare l’università: è proprio “all’ombra dei monti” che i due scienziati inizieranno una relazione che li unisce tutt’oggi. Il periodo universitario alla scuola di fisica di Firenze sarà di piena devozione allo studio (entrambi ricordano le nottate sugli scogli dell’isola d’Elba a preparare gli esami di geometria e analisi 1) e molto importante sarà il supporto reciproco, anch’esso un tratto distintivo che li renderà una coppia vincente nella vita e nel lavoro. La vita, tuttavia, è scritta da pochi quanto importanti eventi, che per loro si realizzeranno nell’incontro con Francesco Melchiorri, con il quale dapprima svilupperanno le loro rispettive tesi di laurea e che seguiranno poi a Roma in Sapienza. Pioniere nell’utilizzo dei palloni sonda in ambito sperimentale, Melchiorri sarà capace di “catturare” i due studenti, allora dottorandi, durante quella che lui stesso definì una vacanza a Milo, ma che Masi ricorda, almeno sotto il profilo logistico, come una “cosa allucinante”.

È l’esperimento Ulisse a fare da trampolino di lancio a quello che sarà il loro grande successo: il progetto BOOMERang. L’idea di osservare “le fasi iniziali del nostro universo”, studiare le anisotropie della temperatura della radiazione cosmica di fondo per capire la geometria del cosmo ha un’origine singolare. Sebbene frutto di un lungo lavoro pregresso, il tutto si consoliderà intorno a un tavolo, non uno di quelli tipici da convegno, bensì una vera e propria tavola imbandita, una cena in altri termini, alla quale Masi si presenterà con una brochure della Nasa che descriveva la possibilità di effettuare lanci di palloni sonda di lunga durata dall’Antartide. L’idea all’inizio non avrà vita facile: il progetto sarà scartato, ma successivamente riusciranno a ottenere i fondi. Il periodo dei lanci porterà i due scienziati a essere spesso lontani: “Capitava che Silvia fosse in Antartide, io in Italia e viceversa”, dice De Bernardis. Tuttavia, complici le rare chiamate con mezzi di fortuna e la forte passione per la scienza, nulla incrinerà il rapporto dei due scienziati né il loro lavoro. I risultati di BOOMERang saranno straordinari. Grazie agli strumenti a bordo del pallone, sarà possibile infatti osservare con un ottimo grado di accuratezza, che, banalizzando, il nostro universo risponde alle leggi della geometria euclidea, confermando così anche la teoria dell’inflazione. I risultati, rivoluzionari, varranno al gruppo di ricerca la copertina della prestigiosa rivista Nature.

A oggi, Paolo de Bernardis e Silvia Masi, entrambi docenti dell’università di Roma Sapienza, sono felicemente sposati e fortemente determinati nel contribuire ancora al tentativo di svelare i misteri che si nascondono dietro la nascita del nostro universo. Due figure straordinarie capaci non di conciliare vita e lavoro, ma di farne uno il punto di forza dell’altro.  Un equilibrio perfetto e ben bilanciato fra uomo e donna, scienziato e scienziata, senza nessuna prevaricazione dell’uno sull’altro. E d’altronde non poteva essere diversamente, dato che alla domanda sul gender gap Silvia Masi e Paolo De Bernardis dicono: “Ci piacerebbe che nel mondo del lavoro, ma più in generale nelle realtà tutte, si iniziassero a guardare le persone in quanto Io pensanti e non in funzione di ciò che sono per natura biologica, né di come vestono. Non è importante la scorza, ma quello che in essa si cela”.