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Lo squilibrio dopaminergico nei malati di Parkinson influisce sulle scelte morali?

Aglioti e il suo gruppo di ricerca hanno indagato la possibile correlazione tra il ruolo della dopamina e le alterazioni nei processi decisionali morali nei soggetti affetti da Parkinson 

Le interazioni sociali costituiscono una parte fondamentale della nostra vita quotidiana, e fanno riferimento in particolar modo alla sfera della cognizione morale. A proposito di ciò, una nuova ricerca, condotta dal gruppo di Salvatore Maria Aglioti di Sapienza Università di Roma, ha mostrato come i soggetti affetti da morbo di Parkinson abbiano difficoltà proprio nei processi decisionali di tipo morale. I pazienti esaminati in questo studio presentano due modelli di comportamento tra loro opposti: il modello iper-onesto, caratterizzato da una minor tendenza alla menzogna, anche nei casi in cui dire una bugia porterebbe a un guadagno, e quello ipo-onesto, che porta invece il soggetto a mentire di più rispetto ai soggetti di controllo. Per analizzare le cause di queste alterazioni comportamentali è opportuno fare un passo indietro. 

Noi esseri umani siamo animali sociali, e in quanto tali siamo costantemente chiamati a formulare giudizi morali o coinvolti nel prendere decisioni, e in entrambi i casi siamo mossi da una componente: la motivazione al comportamento morale, regolata dall’attività del sistema dopaminergico, o della ricompensa. Questo sistema costituisce un vero e proprio circuito, di cui fanno parte i gangli della base, nuclei sottocorticali responsabili di numerosi processi cognitivi, emotivi e motivazionali, nonché della funzione motoria. 

Il morbo di Parkinson è un disturbo neurodegenerativo, caratterizzato proprio dalla perdita di neuroni dopaminergici, che costituiscono il nucleo principale del circuito della ricompensa, che comprende sia i gangli della base che i circuiti talamocorticali. 
Questa malattia è stata da sempre considerata come esclusivamente motoria, ma successive ricerche, tra cui quella di Aglioti e colleghi, hanno dimostrato che i problemi di questi pazienti vanno molto oltre. 
Giorgia Ponsi, psicologa e prima autrice dello studio, afferma in primo luogo che altri disturbi, come quello del controllo degli impulsi (Icd) o la sindrome da dis-regolazione della dopamina (Dds), coinvolgono le stesse regioni cerebrali che sono interessate dal Parkinson.

Le tendenze comportamentali precedentemente menzionate sembrano dunque derivare da uno squilibrio dopaminergico tra lo striato dorsale, coinvolto negli aspetti motori e cognitivi delle decisioni, e ventrale, coinvolto negli aspetti motivazionali. Nel caso dei malati di Parkinson, la ridotta quantità di dopamina nello striato rende i sintomi clinici caratteristici più acuti, ed essi sono quindi portati a valutare come meno importanti tutte le eventuali ricompense che potrebbero ricevere prendendo una decisione di un certo tipo oppure correndo un rischio. 
L’iper-onestà risulterebbe collegata a una minore attività del circuito della ricompensa, e quindi a un rilascio della dopamina inferiore rispetto al normale. I soggetti con questa tendenza sono meno predisposti a correre rischi, anche se in cambio potrebbero ricevere una ricompensa, come del denaro o del cibo. 
L’ipo-onestà porta invece il soggetto a ricercare il rischio e ad essere impulsivo, ed è provocata da un’iperattività dopaminergica, che, specie in pazienti con disturbo da controllo degli impulsi, aumenta la salienza delle ricompense esterne, come cibo o denaro. 

Possiamo in generale affermare che la maggior parte dei comportamenti ingannevoli o disonesti costituiscono spesso un mezzo per ottenere ricompense o per sfuggire a punizioni. 
Lo scopo ultimo della ricerca del gruppo di Aglioti è quello di individuare opportune strategie di natura farmacologica e/o neuro-riabilitativa per favorire l’equilibrio dell’attività dopaminergica nei malati di Parkinson, un percorso che dovrà passare attraverso studi più approfonditi che indaghino i meccanismi cognitivi implicati nella motivazione al comportamento morale e nella ricompensa.

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