Supercomputer Marconi

Marconi: la superintelligenza artificiale dal cuore “green”

 Un nuovo supercomputer a disposizione della ricerca italiana ed europea

 Dopo Fermi e Galileo è la volta di Marconi, un nuovo supercomputer che sarà al servizio della ricerca non solo italiana. È dedicato infatti a Guglielmo Marconi il nuovo computer che lo scorso aprile hanno iniziato a installare al Cineca, il consorzio italiano interuniversitario www.cineca.it/. E così Marconi, Nobel per la fisica 1909, torna a far parlare di sé per questo nuovo gioiello tecnologico che porterà il suo nome e dimorerà nel più grande centro di calcolo italiano che ha sede a Casalecchio di Reno, alle porte di Bologna dove lo scienziato nacque, e non lontano da Sasso Marconi dove dette il via agli esperimenti che avrebbero portato al grande sviluppo delle comunicazioni senza fili, dalla radiotelegrafia in poi.

Il supercomputer Fermi Credits: Cineca

Il supercomputer Fermi
Credits: Cineca

Il nuovo sistema avrà una potenza di calcolo elevatissima e sarà completato in poco più di un anno, tra aprile 2016 e luglio 2017. Per il 2017 è prevista una potenza di calcolo di 20.000 miliardi di calcoli al secondo e una memoria di 20 milioni di miliardi di byte. Il piano prevede un investimento di 50 milioni di euro diviso in due parti: la prima iniziata ad aprile completerà la messa in produzione nel 2017. La seconda inizierà nel 2019 e avrà come obiettivo l’ulteriore incremento della potenza fino al raggiungimento della massima prevista, entro il 2020.

Un supercomputer, ma con un’anima “green”: nello sviluppo progressivo del sistema, infatti, l’assorbimento elettrico non supererà mai il limite di tre megawatt. «Con questo piano il Cineca riconferma la propria missione istituzionale di infrastruttura digitale di eccellenza per il calcolo e i Big Data a disposizione della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica» ha dichiarato Emilio Ferrari, presidente del Cineca.

Ricordiamo che del Cineca fanno parte settanta università italiane, cinque enti di ricerca e il Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca). Il consorzio è stato fondato nel 1969 e possiede un’infrastruttura tecnologica tra le più avanzate, supporta la ricerca scientifica tramite il supercalcolo e le sue applicazioni, realizza sistemi gestionali per le amministrazioni universitarie e il MIUR. Anche la sanità, la pubblica amministrazione e le imprese ne acquisiscono sistemi informativi.

Sala macchina del Cineca Credits:Wikimedia commons

Sala macchina del Cineca
Credits:Wikimedia commons

«Mettendo a disposizione i più potenti sistemi di supercalcolo consentiremo ai ricercatori di affrontare le grandi sfide scientifiche e socioeconomiche del nostro tempo, dalla medicina di precisione al cambiamento climatico, dalla fisica fondamentale ai nuovi materiali. Supercalcolo e Big Data analitycs sono strumenti indispensabili per la scienza computazionale e data driven della ricerca nazionale e internazionale», ha dichiarato Sanzio Bassini, Direttore del Dipartimento Supercalcolo e Innovazione del Cineca.

Ma da qualche giorno c’è una opportunità in più di approcciarsi alla scienza, anche per chi non è ricercatore. Infatti il Cern ha rilasciato online 300 terabyte, a disposizione del pubblico, che può accedervi gratuitamente collegandosi con un semplice click al sito opendata.cern.ch. Sono i dati che, dopo essere stati analizzati dai ricercatori dell’Lhc, possono ora essere valutati da studenti, aspiranti fisici o semplicemente da appassionati della materia. Un centinaio di terabyte sono di informazioni raccolte nel 2011 da Cms, esperimento coinvolto insieme ad Atlas nella scoperta del bosone di Higgs.

Parte del Cms nel Lhc Credits: Wikimedia commons

Parte del Cms nel Lhc
Credits: Wikimedia commons

«I benefici per noi sono numerosi: dal fornire ispirazione a giovani studenti dei licei, fino all’aiutare la formazione dei giovani fisici di domani. E personalmente, come responsabile della custodia dei dati del Cms, è un modo fondamentale per garantire la disponibilità dei dati delle nostre ricerche sul lungo periodo» ha dichiarato Kati Lassila-Perini, ricercatrice responsabile della preservazione dei dati raccolti dal rilevatore del Cms.