Einstein inedito: scoperta l’ipotesi perduta (e sbagliata) sull’universo

Einstein inedito: scoperta l’ipotesi perduta (e sbagliata) sull’universo

È stato ritrovato in un museo di Gerusalemme un manoscritto di Albert Einstein. Nei suoi appunti, il fisico esplora la possibilità di una teoria alternativa a quella del Big Bang

Albert Einstein al California Institute of Technology

Albert Einstein al California Institute of Technology nel 1931. Fu probabilmente durante questo viaggio che elaborò il suo inedito modello cosmologico (Fonte: Smithsonian Institution Libraries, via Nobelprize.org).

Come in un racconto di Edgar Allan Poe, era nascosto in piena vista. Ci sono però voluti decenni prima che qualcuno si accorgesse della sua importanza. Si tratta di un manoscritto inedito di Albert Einstein, conservato sotto gli occhi di tutti (persino online) all’Albert Einstein Archives di Gerusalemme e riscoperto da scienziati dell’irlandese Waterford Institute of Technology (WIT). Nel documento, il premio Nobel per la fisica prova a elaborare un modello cosmologico alternativo a quello del Big Bang.

Il fisico Cormac O’Raifeartaigh del WIT confessa sulle pagine di «Nature» di essere quasi caduto dalla sedia dopo essersi reso conto del contenuto del manoscritto, erroneamente archiviato come bozza dai curatori dell’archivio. Scritto nel 1931, il Zum kosmologischen problem (Sul problema cosmologico) di Einstein anticipa di quasi 20 anni la teoria dello stato stazionario dell’astrofisico Fred Hoyle. Secondo questo modello, lo spazio sarebbe in perenne espansione e mantenuto a densità costante da una continua creazione di materia. Niente Big Bang però: l’universo di Hoyle è eterno e immutabile.

Due pagine del Zum kosmologischen problem

Due pagine del Zum kosmologischen problem, il manoscritto inedito di Einstein conservato a Gerusalemme (Fonte: Albert Einstein Archives).

Einstein era piuttosto restio ad accettare l’idea di uno spazio in evoluzione. Il suo primo modello cosmologico descriveva infatti un universo statico, che non si espande né si contrae. Nel 1929, Hubble dimostrò però che le galassie si allontanano tra loro e il fisico tedesco fu costretto ad ammettere l’errore. Il manoscritto inedito mostra un Einstein intenzionato a conciliare la sua idea di universo e le evidenze scientifiche, arrivando alla stessa conclusione di Hoyle. Infatti, Einstein scrive: «Per fare in modo che la densità rimanga costante, nuove particelle di materia devono essere continuamente formate». I calcoli a sostegno di questa ipotesi però sono sbagliati ed è lo stesso scienziato a rendersene conto, correggendo la sua equazione e accantonando per sempre l’idea già nella primavera del 1931.

Dopo il ritrovamento del manoscritto c’è chi si chiede cosa sarebbe successo se Hoyle, noto per le sue idee poco ortodosse, ne fosse stato al corrente. Il fisico britannico infatti non smise mai di difendere il suo modello dello stato stazionario, nonostante le prove scientifiche che lo contraddicono (una tra tutti, la scoperta nel 1964 della radiazione cosmica di fondo, ciò che rimane del Big Bang). Scherza O’Raifeartaigh: «Se avesse saputo del manoscritto di Einstein, l’avrebbe certamente usato per prendere a pugni i suoi avversari».