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Terza dose del vaccino: convincere? Meglio informare

L’edizione 2021 della Notte Europea dei Ricercatori (Ern) è stata l’occasione giusta per discutere, tra le altre cose, su chi debba eventualmente “convincere” i cittadini a sottoporsi alla terza dose di vaccino. Ma è opportuno parlare di convinzione piuttosto che di informazione?

Nell’ambito degli eventi promossi da Sapienza in occasione dell’Ern 2021 si è tenuta, lo scorso 24 settembre, una tavola partecipativa dal titolo “In & out. La comunicazione circolare della scienza per una società democratica”. Ospiti della serata sono stati Elena Fattori, senatrice della Repubblica, Luca Carra, direttore di Scienza in rete e docente alla Sissa di Trieste, e Simone Pollo, professore associato di filosofia morale a Sapienza Università di Roma. Tema centrale della discussione è stata la vaccinazione e, nello specifico, la possibilità o meno di somministrare la terza dose. I partecipanti, infatti, sono stati invitati a rispondere a tre domande in merito: chi deve decidere riguardo la terza dose, chi deve convincere e chi dovrebbe avere la precedenza.

Interessante, da un punto di vista filosofico oltre che prettamente comunicativo, è il secondo quesito posto. A destare interesse non è tanto la domanda in sé, quanto il modo volutamente provocatorio nella quale la stessa è stata posta: affermare che è necessario convincere i cittadini, nasconde in realtà un modello comunicativo ben preciso. Si tratta di un modello top-down, ovvero una comunicazione verticale dall’alto verso il basso, modello che presuppone una disparità tra chi informa e chi viene informato. Nonostante questo sia il principale modello di comunicazione adottato nel nostro paese, è legittimo chiederci se è effettivamente il più efficace. Allargando lo sguardo oltre il Covid-19, si nota come molto spesso i cittadini si trovino di fronte a questioni scientifiche che presuppongono un loro assenso o un loro dissenso: basti pensare, per esempio, a quanto il dibattito sugli Ogm abbia tenuto banco nell’opinione pubblica. Il controsenso che si vuole sottolineare è, in fondo, proprio questo: si parla sempre di dibattito pubblico, quando nella realtà vi è un solo interlocutore a parlare (i così detti esperti) e un solo soggetto ad ascoltare (i cittadini, spesso e volentieri etichettati come ignoranti).

In contrasto con questa visione verticale è la risposta fornita da Simone Pollo al secondo quesito, nella quale afferma che il processo di convinzione dovrebbe passare mediante “un dialogo tra politici esperti e cittadini”. La risposta fornita si inserisce nell’ambito della discussione circa il tema della cittadinanza scientifica, ovvero della possibilità di coinvolgere attivamente i cittadini nei processi deliberativi. Il tema sul quale Pollo pone l’accento è, in fondo, proprio questo: bisogna fare attenzione affinché nel dibattito serrato che vi è tra scienza e democrazia, non vi sia la perdita del cittadino e della sua individualità. Occorre ricordare infatti come uno dei diritti che il cittadino ha in quanto tale è quello di esercitare il proprio diritto politico, esercitabile solo mediante una corretta informazione e educazione scientifica dello stesso da parte degli organi competenti. Una società democratica è, in primis, una società scientifica, motivo per il quale si ritiene maggiormente opportuno parlare di informare il cittadino piuttosto che convincere il cittadino.

In ultimo, a sostegno della tesi qui sostenuta, si vogliono spendere due parole su quelli che Luca Carra ha definito, a ragione, gli esitanti. Vi è infatti, tra chi espone delle perplessità nei confronti dei vaccini, una percentuale di cittadini che chiede soltanto maggiori strumenti per poter analizzare la vicenda da una prospettiva maggiormente scientifica. Si è consapevoli di come un processo politico e culturale di questo tipo richieda del tempo, ma una volta di più la pandemia mondiale che stiamo vivendo ci ha ricordato come il tema della cittadinanza scientifica non sia più procrastinabile.

Immagine in evidenza: Notte Europea dei Ricercatori (Photo Credit: Mattia La Torre)