Amartya Sen e Joseph Stiglitz contro la strumentalizzazione delle loro parole

Amartya Sen e Joseph Stiglitz contro la strumentalizzazione delle loro parole

I due economisti ribadiscono la loro lontananza dai movimenti No-Euro e chiedono di non essere più citati a supporto di tesi che non hanno mai sottoscritto 

Euro_coins_and_banknotes«Siamo decisamente a favore di un’Europa più unita». Sono queste le parole del comunicato stampa di Amartya Sen e Joseph Stiglitz. I due premi Nobel per l’economia ritengono che le loro analisi sull’euro siano state strumentalizzate; in loro difesa hanno deciso di rilasciare una dichiarazione alla stampa.

Joseph Stiglitz e Amartya Sen hanno ricevuto il premio Nobel per l’economia rispettivamente nel 1998 e nel 2001.

Nel Marzo 2013 Joseph Stiglitz aveva affermato «o l’euro cambia o è meglio lasciarlo morire». Parole forti, ma che non volevano sottintendere il suggerimento per l’Europa di uscire dall’euro. L’economista spiegava come, secondo le sue analisi, l’unione monetaria dovrebbe andare di pari passo con un’integrazione bancaria e politica; altrimenti una valuta comune potrebbe essere considerata «un errore economico». Ma da qui a parlare di eurodistruzione, il passo è lungo.

«Siamo molto turbati» osservano i due premi Nobel «nell’apprendere come in Europa le nostre analisi sul funzionamento dell’euro siano state travisate».

Frasi come quella di Stiglitz che definì la crisi finanziaria ed economica dell’Europa «un disastro artificiale», la cui causa secondo l’economista sarebbe l’euro. O come quella di Sen: «Che orrore: l’euro!». Frasi che vengono utilizzate spesso come slogan per le campagne politiche europee. Ne è un esempio la francese Marine Le Pen, leader del Front National (estrema destra) che ha affermato: «Molti Nobel spiegano che si può uscire dall’Eurozona senza problemi».

Con il comunicato stampa i due economisti sperano di aver chiarito una volta per tutte la propria posizione: non sono contro l’euro, ma ritengono che ci sia bisogno di un drastico cambiamento perché l’Europa possa uscire dalla crisi.