master I livello in gestione ambientale strategica

master I livello in gestione ambientale strategica

Il Master in Gestione ambientale strategica (GAS) dell’Università di Padova nasce dall’esperienza del gruppo di ricerca Centro studi qualità ambiente (CESQUA) ed è patrocinato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Obiettivo del Master è la formazione degli studenti sulla gestione ambientale in Italia. Ne abbiamo parlato con Alessandro Manzardo, docente del Master e suo futuro Direttore.

Qual è stato il percorso del Master in Gestione ambientale strategica e com’è arrivato a presiederlo?

Il Master, giunto alla 21° edizione e diretto attualmente dalla Professoressa Roberta Bertani, nasce come Scuola di specializzazione sui Sistemi di gestione ambientale strategica da un’idea del Professor Antonio Scipioni. L’anno prossimo verrà trasferito presso il Dipartimento di Ingegneria Civile ed Edile, passando sotto la mia direzione. Gestione ambientale strategica è un’espressione coniata da Scipioni per sottolineare come l’adozione degli standard internazionali per la gestione ambientale può supportare la competitività di impresa. In effetti, manteniamo aggiornato il gruppo di ricerca CESQUA (Centro studi qualità ambiente) sui temi ambientali, degli standard e degli strumenti di gestione ambientale. In merito a queste tematiche, siamo stati i primi a essere riconosciuti come Eco and audit scheme (EMAS) per le pubbliche amministrazioni.

Ci sono stati studenti iscritti al Master che hanno continuato il loro percorso all’interno dell’università? 

All’interno del Master no. Se proseguono, scelgono un nuovo percorso, come un assegno di ricerca, un dottorato. C’è però un job placement dell’80% circa entro i primi sei mesi. 

In che modo il Master integra la didattica con le esperienze pratiche?

Abbiamo docenti che provengono dal mondo dell’industria e della consulenza e che danno un risvolto pratico alla teoria. Alcuni hanno introdotto delle attività di active-learning che ci consentono di fare dei gruppi di lavoro, chiedendo ai ragazzi di cimentarsi come fossero professionisti che devono rispondere ai problemi di un’azienda. C’è poi una parte di stage che permette loro di sviluppare verticalità sulle tematiche che ritengono più interessanti per la carriera.

Spesso il mondo scientifico è a prevalenza maschile: c’è adesione da parte delle ragazze al vostro corso?

Sicuramente c’è una grande partecipazione femminile. Nel mondo ambientale non importa se sei uomo o donna, le opportunità le puoi avere. Questo vale tanto nella ricerca degli stage, che sono professionalizzanti, quanto nel mondo lavorativo: la figura del sustainability manager, per quanto scientifica, non è necessariamente maschile.

Quali sono gli sbocchi lavorativi del Master e quali sono le figure lavorative formate al suo interno?

Il Master apre tre strade. Una è all’interno delle imprese, dove sono sempre più richieste figure che possano ricoprire il ruolo di sustainability manager ed essere in grado di affrontare le tematiche legate alla sostenibilità nelle imprese. La seconda è legata alle attività di auditing di verifica degli iter legati a enti di certificazione. Infine, si può optare per la libera professione o andare a lavorare per società di consulenza in campo ambientale.

Cosa direbbe a uno studente o a una studentessa che deve iniziare il vostro percorso di Master? Qual è un suo punto di forza?

Il Master fornisce una panoramica sugli strumenti di gestione ambientale strategica e degli standard, consentendo agli studenti di acquisire questi tool e capire qual è il giusto mix applicativo all’interno dell’impresa. È questa trasversalità a essere il suo punto di forza. In tal modo, anche chi ha un background umanistico può compiere un upgrade sulle tematiche di gestione ambientale e di green economy. Lo testimoniano sia i numeri – da 5-6 anni abbiamo il numero massimo di iscritti, 35 studenti – sia i percorsi di studio dei ragazzi: non solo ingegneri, ma anche dottori in scienze politiche, urbanisti, architetti, filosofi, commercialisti, storici.

Come si inseriscono le competenze acquisite attraverso il Master nell’ambito della transizione ecologica?

La transizione ecologica può essere declinata in modi diversi all’interno di un’azienda, ma necessita di un approccio basato su decisioni informate sulle tematiche ambientali e sulla sostenibilità. Bisogna capire quali sono i percorsi di transizione e inquadrarli al fine di supportare gli aspetti decisionali. Il Master ha l’obiettivo di capire l’applicabilità, verificarla e provare ad attuarla negli strumenti per le norme ISO (International Organization for Standardization, NdR) all’interno dell’impresa, a supporto della transizione ecologica. Si passa così ai temi di gestione ambientale, della conformità legislativa, dell’interpretazione delle nuove norme, dell’analisi del ciclo di vita, della reportistica di sostenibilità, dei green claim e delle etichettature ambientali. Senza dimenticare i nuovi standard che riguardano il tema delle neutrality e dell’economia circolare.

Come si inserisce il Master nell’ambito della ricerca applicata ai settori della sostenibilità ambientale?

Il master porta i risultati della ricerca all’attenzione degli studenti. Quest’anno, ad esempio, presenteremo elementi di ricerca come il tema delle microplastiche e di come vengono valutate nell’ottica del ciclo di vita, o ancora la misura della circolarità e la progettazione di indicatori che consentono di rispondere a elementi del DNSH (“Do No Significant Harm” ovvero “non arrecare un danno significativo” NdR), la tassonomia europea. Un altro elemento che verrà presentato sono i nuovi percorsi degli standard internazionali non ancora pubblicati come la carbon neutrality e i decarbonization pathway, ovvero i percorsi di riduzione delle emissioni di gas serra.

Gli studenti hanno la possibilità di prendere parte ai progetti di ricerca?

I ragazzi non vengono inseriti: il Master è uno dei collettori della ricerca, dove trasferire le novità interessanti e applicative, utili per permettere ai ragazzi un upgrade della loro posizione. Questo perché è importante insegnare non solo una professione legata all’utilizzo di alcuni strumenti, ma anche come potersi tenere aggiornati.

Vuoi saperne di più? Visita i link

https://www.cesqa.eu/master-gas/

Alessandro Manzardo, ricercatore presso il dipartimento di ingegneria civile, edile e ambientale dell’Università di Padova

Enrica Bellotti, Alessandra Romano, studentesse del master “la scienza nella pratica giornalistica” del dipartimento di biologia e biotecnologie “Charles Darwin” della Sapienza Università di Roma

https://web.uniroma1.it/mastersgp/