Ebola: il contagio attraverso Twitter

Ebola: il contagio attraverso Twitter

Il premio Nobel Daniel Kahneman bolla come “comportamenti irrazionali” i cinguettii su ebola che si diffondono negli Stati Uniti

Daniel Kahneman

Daniel Kahneman (Credits: Wikipedia)

Ebola: troppa paura, troppa poca lucidità. Sulla questione interviene Daniel Kahneman, psicologo israeliano e già premio Nobel per l’economia, che punta il dito sul contagio che viaggia su web: “Le persone hanno atteggiamenti irrazionali”. E lancia un appello ai politici: “Servono parole rassicuranti”. Ed è proprio quello che sta facendo il Presidente Obama, che mostra ottimismo per la situazione negli Stati Uniti.

Kahneman è stato tra i primi a descrivere l’irrazionalità umana e a mostrare come, anche in contesti economici quotidiani, le nostre scelte sono dettate più dalle emozioni che dai calcoli. Oggi definisce ebola una psicosi collettiva che “sta scatenando paure irrazionali”, come ha dichiarato alla Biblioteca nazionale di Israele a Gerusalemme. “Questo virus sta portando a un panico esagerato. La gente misura il rischio legato ad un evento non misurando la probabilità che l’evento accada effettivamente, ma dal grado di paura che l’evento suscita”.

Nonostante le scarse possibilità di un’epidemia reale, gli americani hanno trovato un nuovo e potente incubo con cui fare i conti. L’ennesimo. Sui social network appaiono messaggi allarmanti: “Ebola è nell’aria?”, “Un nuovo caso a New York?”. Fino a bufale come: “Finalmente trovata la cura: è la cannabis!”. Secondo Kahneman, sono proprio i toni drammatici usati dai politici a infondere ancora maggiore preoccupazione rispetto a quanta già ne abbia la gente e alimentare questi messaggi su web. Ed è per questo che, seppur dalla sala di una biblioteca, non è agli studenti che l’ex docente universitario si sta rivolgendo, ma proprio ai politici. Bacchettandoli. Secondo il premio Nobel, il loro compito è piuttosto quello di “rassicurare la gente e riportare la discussione su basi razionali”, ha puntualizzato.

Credits immagine di copertina: Jerzy Durczak via Compfight cc