Il Nobel Soyinka: la Nigeria a cena con il diavolo

Il Nobel Soyinka: la Nigeria a cena con il diavolo

In Nigeria le elezioni presidenziali sono state posticipate a causa degli attentati rivendicati dal gruppo islamico Boko Haram. Il premio Nobel Wole Soyinka ha duramente criticato i due candidati alla presidenza

Wole Soyinka, premio Nobel per la letteratura nel 1986, ha duramente criticato i due candidati alla presidenza della Nigeria: Jonathan Goodluck e Muhammadu Buhari. «Posso capire il dilemma di molti elettori», ha dichiarato ai microfoni della BBC, dopo il rinvio delle elezioni presidenziali dal 14 febbraio al 28 marzo per favorire la consegna delle schede elettorali ai cittadini e per mettere in sicurezza i seggi.

Wole Soyinka (Photo Credit: Tamer Youssef via Compfight cc)

Wole Soyinka (Photo Credit: Tamer Youssef via Compfight cc)

Secondo Wole Soyinka, si tratta infatti di due «candidati problematici». Il governo di Jonathan Goodluck, in carica dal 6 maggio 2010, «si è dimostrato incapace nell’esercizio del potere, dando prova di una totale mancanza di immaginazione nel rispondere alle sfide», quindi non è auspicabile che venga riconfermato. Mentre il suo avversario, Muhammadu Buhari, presidente della Nigeria dal 1983 al 1985, sarebbe «il volto più brutale della dittatura militare dopo Sani Abacha», che durante il suo governo (1993-1998) condannò Soyinka a morte costringendolo a fuggire negli Stati Uniti, dove risiede tuttora.

In rosso le aree controllate da Boko Haram. In arancione le zone di conflitto (Wikimedia Commons: Zeogludon)

In rosso le aree controllate da Boko Haram. In arancione le zone di conflitto (Wikimedia Commons: Zeogludon)

Nelle sue memorie, raccolte nel libro Sul far del giorno, Soyinka ha giocato con un proverbio africano per raccontare la crudeltà di Buhari. Il detto recita: «Se devi cenare con il diavolo assicurati di avere un cucchiaio abbastanza lungo». Secondo Soyinka, nei calcoli di Buhari «non esisterebbe un cucchiaio abbastanza lungo da giustificare il rischio di uno spuntino improvviso». Come a dire che la sua crudeltà non teme nemmeno il diavolo.

Lo stemma di Boko Haram (Wikimedia Commons: ArnoldPlaton)

Lo stemma di Boko Haram (Wikimedia Commons: ArnoldPlaton)

Parlando del ciclo del male in cui è caduta la Nigeria a Le Journal du Dimanche, Soyinka ha così commentato la mancanza di opzioni alternative per l’elettorato nigeriano: «è un vero peccato in un paese di 150 milioni di abitanti, che ospita tanta gente più responsabile, più intelligente e provvista di più immaginazione».

La Nigeria, repubblica federale dell’Africa sub-sahariana comprendente 36 stati, vive oggi una situazione molto difficile. Il 10 febbraio scorso la Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (INEC) ha ratificato la decisione di rinviare le consultazioni per problemi di sicurezza riconducibili al gruppo islamico Boko Haram (letteralmente «l’istruzione occidentale è proibita»). Sono infatti all’ordine del giorno atti di criminalità da parte dell’organizzazione jihadista, il cui obiettivo sarebbe quello di instaurare la shari’a nel Borno, stato nel nord-est della Nigeria costituitosi dalla scissione del 1976 e governato da Ali Modu Sheriff. «Tutti hanno fatto l’errore di sottovalutare l’islamizzazione in corso.» Ha concluso Wole Soyinka. «È un’insurrezione barbara, assolutamente. Appartiene a una “specie” che ha lasciato da molto tempo la comunità degli esseri umani».