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L’interruzione dell’istruzione femminile è (anche) conseguenza del cambiamento climatico

Il Malala Fund e il Sas creano un indice che mostra la connessione tra crisi climatica e interruzione dell’istruzione femminile. Un problema non più da ignorare 

Quando si parla di cambiamenti climatici ci saltano alla mente gli impatti visibili come l’aumento delle temperature, gli eventi meteorologici catastrofici o i danni agli ecosistemi, e non sicuramente i rischi legati all’educazione. Ci sono regioni nel mondo però, tra cui le Filippine, la Mongolia e Kiribati, che non possono sottovalutare questo problema. Sono infatti le ragazze le prime a dover abbandonare la scuola quando le famiglie non possono più permettersi di pagare le tasse, o perché, in casi di grave siccità, devono percorrere lunghe distanze per raggiungere le fonti d’acqua. 

I data scientists di Sas (Software Analytics e Soluzioni), un centro di analisi utilizzato dalle organizzazioni che cercano il valore immediato dei propri dati, hanno collaborato con il Malala Fund, un’organizzazione no-profit incentrata sull’educazione delle ragazze e co-fondata da  Malala Yousafzai, la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la pace, assegnatole all’età di 17 anni, il 10 ottobre 2014. Nasce così il Girls’ Education and Climate Challenges Index, un indice che tiene conto di informazioni scolastiche e fattori ambientali per individuare in quali paesi è più presente il rischio che le ragazze debbano interrompere il loro percorso scolastico.
La regione maggiormente colpita dalla crisi climatica, nonostante sia tra le meno responsabili, è l’Africa sub-sahariana, dove l’opportunità per le ragazze di completare i 12 anni di istruzione sembra tutt’altro che concreta. 

Utilizzando i dati del Sas, il Malala Fund stima che nel 2021, nei paesi a reddito basso o medio-basso, a causa dei cambiamenti climatici più di 4 milioni di ragazze dovranno interrompere gli studi, ed entro il 2025 si parla di 12,5 milioni di ragazze ogni anno. “Vogliamo fare tutto il possibile per sostenere organizzazioni come il Malala Fund per garantire che l’istruzione delle ragazze rimanga una priorità”, afferma Susan Ellis, Brand Director di Sas. Il Girls’ Education and Climate Challenges Index può guidare i leader politici verso le priorità e identificare i paesi che devono affrontare più minacce climatiche contemporaneamente.
Il Malala Fund intende utilizzare le intuizioni di Sas in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021, per invitare i governi ad agire portando il tema dell’istruzione al centro della discussione sulla crisi climatica globale.
Secondo Laura Denham, responsabile dell’advocacy del Malala Fund, “se i governi vogliono frenare in modo significativo il cambiamento climatico, le ragazze e le donne devono avere una mano nel dare forma alle loro soluzioni”.

Ad oggi sono più di 130 milioni le ragazze che non vanno a scuola a causa di diverse minacce, tra cui la povertà, la guerra o la discriminazione di genere.
Il Malala Fund porta l’attenzione su tutti i vantaggi di investire in un’adeguata e completa educazione femminile, soprattutto perché se le ragazze completassero la loro istruzione, avrebbero maggiore possibilità di evitare matrimoni precoci, lavorare bene e crescere figli sani. Investire nell’istruzione femminile farebbe bene a tutto il pianeta, come cita un articolo presente sul sito del Malala Fund:
Quando creiamo più spazio per le ragazze in classe, il mondo si avvicina a una società più luminosa, più giusta ed equa. Negli ultimi cinque decenni, sono stati realizzati notevoli progressi nel campo dell’istruzione. In particolare, gli investimenti nell’istruzione delle ragazze hanno rafforzato le economie, aumentato i guadagni, stabilizzato le comunità e migliorato i risultati sanitari complessivi”.

Naomi Nyamweya, responsabile della ricerca del Malala Fund, ribadisce la necessità che i leader agiscano per salvaguardare l’ambiente e per sostenere l’istruzione delle ragazze, per garantire un futuro più verde e più equo per tutti. “Le ragazze sono la nostra migliore scommessa per un futuro sostenibile, ma le ragazze e le donne sono spesso le più colpite dalla crisi climatica e troppo spesso vengono escluse quando i leader stanno sviluppando soluzioni”, afferma Nyamweya. 

L’istruzione secondaria femminile è considerata l’investimento più conveniente contro il cambiamento climatico dalla Brookings Institution, ed è ritenuta dal Malala Fund una vera e propria strategia vincente. 

Immagine in evidenza: Google Immagini Creative Commons