Osservate per la prima volta le "onde di Afvén", che riscaldano la parte più esterna del Sole

Osservate per la prima volta le “onde di Afvén”, che riscaldano la parte più esterna del Sole

Un gruppo di ricercatori dell’università di Oslo ha osservato con il telescopio le “onde di Afvén”. Mai viste prima, queste onde magnetiche potrebbero essere la soluzione del cosiddetto “mistero della corona solare

Petra Kohutova, a guida di un team di scienziati dell’università di Oslo, è stata la prima a osservare nel lato est del Sole le cosiddette “onde di Afvén”. Nell’articolo scientifico, pubblicato dal giornale internazionale Astronomy & Astrophysics, i ricercatori spiegano che il responsabile della generazione di tali onde è un fenomeno noto come “riconnessione magnetica”. Processo fondamentale per la fisica del plasma (lo stato della materia in cui si trova quasi tutto l’universo), è grazie alla riconnessione magnetica se l’energia immagazzinata nei campi magnetici può essere convertita in calore. Dobbiamo, insomma, a questo straordinario fenomeno i brillamenti, le eruzioni solari, le aurore boreali e le code delle comete. Tuttavia, a oggi, le domande che si pongono gli esperti sono ancora molteplici: da cosa è provocata? Da quali leggi fisiche è regolata? Come può un processo che nasce su scala estremamente microscopica causare eventi così giganteschi e spettacolari? 

Ma torniamo un attimo indietro. Nel 1942, Hannes Afvén fece un piccolo passo per aiutare l’umanità a trovare una risposta a queste domande. Il fisico svedese teorizzò le onde che perturbano il plasma e si propagano all’interno dei campi magnetici. Per la sua scoperta, vinse poi il premio Nobel nel 1970. Ma le “onde di Alfvén” si conoscevano solo in teoria: non erano mai state osservate con il telescopio. Almeno fino a ora. “Oltre ad aver osservato per la prima volta le onde di Alfvén nella corona solare, abbiamo anche dimostrato che la riconnessione magnetica può portare alla generazione di tali onde. Questa è una scoperta importante”, afferma Petra Kohutova.

Importante, sì. Perché non era chiaro se le onde teorizzate da Afvén fossero presenti nell’atmosfera solare e come fossero state generate. Oggi, grazie al lavoro degli scienziati norvegesi, siamo sicuri della loro presenza. Ma non solo: sappiamo anche che le responsabili delle temperature inaspettatamente altissime che raggiunge la parte più esterna del Sole sono proprio loro. La logica comune suggerisce, infatti, che quanto più ci si allontana da un oggetto caldo, tanto più la temperatura diminuisce. Per l’atmosfera solare non funziona così. La corona, pur essendo la parte più esterna del Sole, ha una temperatura media di un milione di kelvin. Più alta di un fattore 200 rispetto alla cromosfera, lo strato sottostante. Grazie alla recente scoperta, il “mistero della corona solare” potrebbe essere definitivamente risolto. Abbiamo la conferma che, grazie alle loro proprietà, le onde di Afvén sono in grado di trasportare l’energia dai livelli più bassi dell’atmosfera fino a quello più alto.   

Durante l’eruzione osservata dai ricercatori, l’energia accumulata nel campo magnetico è stata rilasciata nella corona, innescando un’onda torsionale su larga scala. Per analizzare l’evento, gli scienziati hanno combinato i dati dei due osservatori spaziali della Nasa: l’Interface Region Imaging Spetrograph (Iris) e il Solar Dynamic Observatory (Sdo). Così, sono stati in grado di ottenere – per la prima volta nella storia – una chiara evidenza del fenomeno. Questo meccanismo di generazione delle onde si ipotizza non avvenga solo nel Sole, ma che sia molto comune. Gli scienziati norvegesi potrebbero aver dunque fatto un ulteriore piccolo passo per rispondere alle domande che l’umanità si pone sull’universo. Ai posteri e alle future osservazioni degli astronomi l’ardua sentenza.

Credit immagine: Petra Kohutova et al., Astronomy and Astrophysics, DOI: 10.1051/0004-6361/201937144. Eruptive event at the solar limb, leading to the generation of a large-scale torsional Alfvén wave, as seen by the IRIS spacecraft.