materia oscura

Vera Rubin, addio alla pioniera della materia oscura

Astronoma e appassionata femminista; la scienza perde la sua “dark lady” e l’opportunità di assegnare il Nobel per la fisica a una donna. Dopo tutto, come disse lei stessa, “la fama è fugace”

Vera Cooper Rubin, insigne astronoma americana, è morta il 25 dicembre 2016 a Princeton, negli Stati Uniti; aveva 88 anni. Dedicò la propria vita a studiare la natura del cosmo, arrivando ad elaborare la teoria della cosiddetta materia oscura, l’ipotetica componente della materia che, secondo le ipotesi più recenti, costituirebbe quasi la totalità della massa presente nell’Universo e che, come disse la stessa Rubin, “è importante per la comprensione di dimensione, forma e destino del cosmo”.

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Mappa a tre dimensioni che offre un primo sguardo sulla “materia oscura”
Credits: NASA/ESA

La passione per il cosmo l’ha accompagnata da quando bambina costruì il suo primo telescopio con un tubo di cartone. Nella vita di Rubin non ci fu solo l’astronomia; la scienziata, infatti, si profuse anche in ampie battaglie civili, soprattutto per i diritti delle donne in ambito scientifico e accademico. Nonostante abbia ottenuto numerosi riconoscimenti, Rubin non vinse mai il Nobel: “la fama è fugace, i miei numeri sono più importanti del mio nome […] gli astronomi di tutto il mondo utilizzano i miei dati, non esiste complimento maggiore” disse commentando la mancata assegnazione dell’ambito premio.

Istituto Centrale

Carnegie Institution of Washington   Credits: autore, Daderot

Il “Carnegie Institution of Washington” (Ciw), che allora si occupava di studiare la dinamica delle galassie, fu per Vera Rubin e Kent Ford, suo collega e collaboratore, punto di partenza per comprendere alcuni misteri dell’universo. Gli sforzi, in particolare, si concentrarono nel dimostrare l’esistenza della “materia oscura”, un’entità esotica che non sprigiona né interagisce con alcuna radiazione elettromagnetica (luce o calore). Attualmente si suppone che tale materia sia concentrata ai margini delle galassie, in ragione del 27% e che ruoti insieme al materiale presente nel centro; questo movimento, in accordo con la legge di Newton sulla gravitazione universale, spiega perché le stelle più lontane si muovono più lentamente.

Nella sua vita Rubin ha osservato più di 200 galassie al fine di dimostrare “che c’è molto di più nell’ universo di quanto possiamo vedere”. E ha ottenuto successi non da poco anche nel campo del sociale, riuscendo a far ammettere la prima donna alla facoltà di astronomia nel 1940.