I magnifici sette: una conferenza per la genetica

I magnifici sette: una conferenza per la genetica

Il primo marzo 2015 si è tenuto a Tokyo il Nobel Prize Dialogue, che ha riunito sette premi Nobel per parlare delle applicazioni delle genetica e del loro impatto sulla società

L’ingegneria genetica potrà risolvere il problema della fame nel mondo? Lo studio del DNA potrà prevenire le estinzioni? La medicina personalizzata sarà presto una realtà? A queste e molte altre domande hanno provato a rispondere i sette premi Nobel che si sono riuniti a Tokyo il primo marzo scorso per il Nobel Prize Dialogue, dal titolo “La rivoluzione genetica e il suo futuro impatto”.

L’evento, creato dalla Nobel Foundation nel 2012 per discutere delle più importanti questioni scientifiche globali, si è tenuto per la prima volta fuori dai confini svedesi, in Giappone. Non a caso tre dei sette premi Nobel che hanno preso parte al simposio sono di origini nipponiche: Hiroshi Amano, premio Nobel per la fisica nel 2014, Koichi Tanaka, premio Nobel per la chimica nel 2002 e Shinya Yamanaka, premio Nobel per la medicina nel 2012. Insieme a loro, Andrew Fire, biologo premio Nobel nel 2006, Kurt Wuthrich, premio Nobel per la chimica nel 2002, Richard Roberts e Tim Hunt, premi Nobel per la medicina rispettivamente nel 1993 e nel 2001.

I sette premi Nobel che hanno preso parte al Nobel Prize Dialogue del 2015 a Tokyo. Credits: Nobel Media

I sette premi Nobel che hanno preso parte al Nobel Prize Dialogue del 2015 a Tokyo. Credits: Nobel Media

Molti i temi trattati durante l’incontro, che hanno spaziato dagli OGM alla bioetica, fino all’impatto delle applicazioni della genetica sulla società. Alcuni degli scienziati presenti hanno inoltre illustrato le ricadute pratiche in medicina delle scoperte che li

Un momento della conferenza del primo marzo. Credits: Nobel Media

Un momento della conferenza del primo marzo. Credits: Nobel Media

hanno portati a ricevere il Nobel. Yamanaka, inventore delle cellule staminali indotte (iPS), durante la conferenza ha descritto gli studi che porteranno ad utilizzare queste cellule per il trattamento di diversi tipi di malattie degenerative: «Il nostro vero goal non sarà la pubblicazione dei risultati ma l’applicazione delle iPS alla cura dei pazienti», ha affermato il biologo. Anche la tecnologia dei blue LED, che ha portato Amano a ricevere il Nobel per la fisica lo scorso anno, insieme a Nakamura e Akasaki, avrà importanti applicazioni in medicina, in particolare per il trattamento delle malattie della pelle.

Il Nobel Prize Dialogue è da sempre aperto al pubblico, per offrire l’eccezionale opportunità di interagire con i premi Nobel e provare a rendere la società e la scienza sempre più vicine.

 

Credits immagine in evidenza: Nobel Media