Più cioccolato per una patria di Nobel
Basta con le sudate carte. Il segreto del genio è mangiare cioccolato, almeno secondo uno studio pubblicato dal «New England Journal of Medicine». L’autore, Franz H. Messerli, sostiene che il consumo di cioccolato pro capite e il numero di premi Nobel di una nazione si possano correlare. Di più, che siano direttamente proporzionali. Un argomento che ha da subito stuzzicato l’appetito di scienziati e giornalisti.
Secondo Messerli, cardiologo che insegna alla Columbia University, è questione di flavonoli, cioè sostanze vegetali ritenute benefiche per le funzioni cognitive e contenute nel tè verde, nel vino rosso, nel cacao… quindi anche nel cioccolato. Nel suo studio mostra la diretta correlazione tra il consumo annuale pro capite di cioccolato e il numero di premi Nobel assegnati ogni 10 milioni di abitanti in 23 nazioni: escludendo il dato anomalo della Svezia, probabilmente avvantaggiata perché gioca in casa, i dati si dispongono chiaramente su una retta.
Ma, oltre che per la Svezia, anche per i paesi del Terzo Mondo apparentemente non si trova nessuna correlazione, visto che sono completamente esclusi dall’analisi. Bisognerebbe far loro sapere a cosa devono questa carenza di Nobel: non amano il cioccolato. La ricerca mostra infatti che ai popoli che non prevedono nella loro dieta almeno 2 kg di cioccolato l’anno non spettano medaglie, ma che poi superata questa “dose minima” è sufficiente che ogni abitante aumenti il suo consumo di 0,4 kg l’anno perché la nazione guadagni un Nobel in più.

Numero di Nobel assegnati (su 10 milioni di abitanti) in funzione del consumo di cioccolato pro-capite di ogni nazione. Credits: New England Journal of Medicine
Potenza dei flavonoli? Forse. O più probabilmente a volte capita che due fenomeni indipendenti tra loro mostrino una correlazione, soprattutto se entrambi dipendono da un altro fattore che non è stato considerato.
Ora, senza sapere quanto ai Nobel piaccia il cioccolato e dando per scontato che possano rappresentare la buona salute delle funzioni cognitive di una nazione, rimane un’unica domanda: popolo tedesco, l’impegno c’è e si vede, ma avete provato con il tè verde?
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