canis lupus

Ritrovato a Ponte Galeria il cranio del lupo più vecchio d’Europa

Grazie alle analisi effettuate dai geologi e paleontologi dell’università Sapienza di Roma in collaborazione con l’università di Milano, il cranio di Ponte Galeria è identificato come il più antico esemplare di lupo d’Europa

Il lupo è uno dei predatori più studiati dell’emisfero boreale, ma, nonostante si conosca molto della sua biologia, le sue origini sono ancora fonte di dibattito nella comunità scientifica.  

E grazie allultimo studio dei paleontologi e geologi delle università di Roma e Milano, sul cranio rinvenuto a Ponte Galeria abbiamo informazioni sulla complessa storia evolutiva di questo carnivoro.

Durante il Pleistocene, epoca geologica caratterizzata da ripetute glaciazioni, compresa tra 2.58milioni di anni fa e 0.012milioni di anni fa, in Europa erano presenti diverse specie di lupi, tra cui Canis mosbachensis, che ha abitato l’Eurasia fino a 400mila anni fa. 

Ma le prime tracce dei lupi nel nostro continente risalgono a 350-300 mila anni fa. Le relazioni intercorse tra le varie specie, nell’arco temporale che va tra i 400 e i 350 mila anni fa, sono ancora poco chiare perché la maggior parte dei fossili di questo periodo sono frammentari.

I resti fossili più antichi di lupo noti fino alla pubblicazione di questa ricerca sono quelli datati intorno a 300 mila anni fa ritrovati in Francia (Lunel-Viel) e in Italia (Polledrara di Ceccanibbio, di cui manca una descrizione formale del reperto).  

Il reperto fossile del nuovo studio è stato recuperato a Ponte Galeria, area ricca di giacimenti di diverse datazioni e considerata una delle località paleontologiche più ricche della penisola, alla quale si fa riferimento per gli studi biocronologici e paleoecologici del Pleistocene medio europeo.  

Il campione è costituito da una scatola cranica parziale ricoperta da sedimento, che è stato analizzato e ha permesso di attribuire l’età al reperto. Si tratta di un esemplare di 407 mila anni fa ed è quindi il fossile più antico di questa specie rinvenuto fino a ora in Europa. Il neurocranio di Ponte Galeria ha permesso di analizzare per la prima volta dettagli anatomici mai osservati precedentemente in un canide così antico. 

I frammenti fossili sono stati scansionati tramite Tac e poi uniti digitalmente per ricreare l’assetto originale del cranio, che è stato poi analizzato, misurato e comparato con le scansioni di canidi fossili e moderni

I risultati relativi alle misurazioni craniche rientrano, per tutte le variabili considerate, nei valori tipici di Canis lupus. I seni frontali e il cervello risultano morfologicamente simili al Canis lupus esistente e al fossile ritrovato nella Grotta Romanelli, analizzato dall’università di Siena e considerato appartenente a Canis lupus. I punti di sutura cranici sono completamente fusi, caratteristica compatibile con la condizione dell’adulto.

Quindi il reperto di Ponte Galeria è un esemplare adulto di Canis lupus e non di Canis mosbachensis perché in tal caso rappresenterebbe l’esemplare più grande e robusto appartenente a questa specie mai registrato. 

Il lupo di Ponte Galeria è datato in prossimità dell’evento di Mid-Brunhes, periodo in cui si verificano importanti variazioni nell’alternanza dei cicli glaciali-interglaciali e aumento del volume della massa glaciale. 

L’ipotesi avanzata da questo studio è che, dati i cambiamenti climatici, i lupi di grandi dimensioni siano entrati in competizioni con Canis mosbachensis, riuscendo a dominare, non solo per la taglia ma anche per la loro capacità di occupare più nicchie. 

Ricerche future, con l’utilizzo delle tecnologie tomografiche e l’avanzamento dello studio del dna antico, permetteranno ai paleontologi di ricostruire in maniera sempre più dettagliata la storia evolutiva del lupo e di chiarire ulteriori aspetti relativi all’origine di Canis lupus e le relazioni con Canis mosbachensis e le forme più antiche. 

Immagine in evidenza: Illustrazione raffigurante il primo lupo d’Europa (Canis lupus) e l’elefante fossile (Paleoloxadon antiqus), animale simbolo del Pleistocene. Illustrazione di Flavia Strani