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Ignobel 2020 agli entomologi terrorizzati dai ragni

Il premio Ignobel per l’entomologia 2020 va a uno studio sugli entomologi che hanno paura dei ragni, e sul perché quelle due zampe in più possono fare la differenza

Se pensate di non essere tagliati per il vostro lavoro, non temete: ci sono addirittura degli entomologi, ovvero gli studiosi che si occupano di insetti, che soffrono di aracnofobia, la paura (spesso ingiustificata) nei confronti dei ragni. A vincere il premio Ignobel 2020 per l’entomologia, infatti, è lo studio, pubblicato su American Entomologist, che indaga questo fenomeno, che avrebbe a che fare con esperienze traumatiche avute durante l’infanzia.

In psichiatria, paura morbosa dei ragni”: così recita la voce dell’enciclopedia Treccani sull’aracnofobia. Tra le persone comuni, si tratta di un disturbo piuttosto esteso e ampiamente studiato, più diffuso tra le donne che tra gli uomini, e che colpisce più gli individui giovani rispetto agli anziani. Questa paura sembra sia riconducibile a episodi traumatizzanti avvenuti durante l’infanzia: nonostante ciò, spesso le persone riportano di aver avuto paura dei ragni da sempre, e non sanno spiegarne il motivo ai ricercatori. Secondo gli studiosi, gli aracnofobici proverebbero quest’avversione incontrollabile per vari motivi: tra le caratteristiche dei ragni che generano maggiore repulsione ci sarebbero l’imprevedibilità, il modo di muoversi e l’aspetto, primi fra tutti la pelosità e le tante zampe. In più, sono state avanzate diverse ipotesi sulla natura evolutiva di questo disturbo, che affonderebbe le radici nel sentimento del disgusto: spiegazioni plausibili sarebbero reazioni di difesa dalle malattie e istinto di sopravvivenza, in modo del tutto simile alla repulsione per i serpenti. Certo, per chi ogni giorno ha a che fare con gli insetti dovrebbe essere diverso. Eppure.

I ricercatori che hanno condotto lo studio hanno intervistato 41 entomologi, ponendogli domande sul loro rapporto nei confronti degli insetti e dei ragni, focalizzandosi specialmente sui sentimenti di disgusto e paura. Quello che è emerso è curioso: nonostante queste persone passino gran parte delle loro giornate in compagnia degli insetti, quelle due zampe in più dei ragni sembra che facciano la differenza, quando si tratta di paura. Tutti gli intervistati, infatti, anche quelli che non provavano propriamente terrore, hanno riportato di reagire differentemente se in presenza di ragni, rispetto agli insetti, mentre alcuni erano affetti da vera e propria aracnofobia: la vista e il contatto con i ragni li portava comportarsi – riporta l’articolo – “in maniera quasi debilitante”.

Quello che emerge dallo studio, in generale, è che gli entomologi aracnofobici non si discostano molto dagli aracnofobici che si possono trovare tra le persone comuni. Molti degli intervistati hanno riportato che il disturbo è insorto durante l’infanzia, molti anni prima di anche solo considerare l’entomologia come carriera: per esempio, un’entomologa racconta che, quando aveva sette anni, il padre la minacciava scherzosamente con un grosso ragno, e a diciannove ha assistito alla schiusa di uova di ragno nel suo materasso; da quel momento, evita i ragni anche in foto (oltre che, ovviamente, dal vivo, durante i suoi studi di entomologia e a lavoro). Cosa differenzia invece gli entomologi dagli altri aracnofobici? Mentre studi documentano che chi ha paura dei ragni assegna loro, inconsciamente, comportamenti umani come la vendetta, gli entomologi intervistati si sono resi conto che le loro paure o antipatie erano paradossali, e che non potevano spiegarne il motivo attraverso il ragionamento. Lo studio, avvertono i ricercatori, non è esaustivo, perché prende in esame un campione ristretto di entomologi che si sono auto-diagnosticati il disturbo, eppure mostra come, effettivamente, due zampe in più possano cambiare tutto.

Foto in evidenza di Peggy Choucair da Pixabay