STAR = Stoccolma a Roma

di Mattia La Torre e Diego Parini

Un premio Nobel che ci racconta la fisica. Serge Haroche e le sue lezioni sulla storia della scienza della luce con la Cattedra “Enrico Fermi” 2022.

Sapienza, Aula Amaldi, gennaio 2022. Le lezioni della Cattedra “Enrico Fermi” quest’anno sono affidate a Serge Haroche, Premio Nobel per la Fisica 2012. Nel corso delle 15 lezioni si affronterà il tema della “Scienza della luce”, un percorso che parte dal telescopio di Galileo e arriva all’informazione quantistica.   STAR parla di Nobel, STAR parla con i Nobel, STAR = Stoccolma a Roma

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1. Volevamo chiederLe perché Sapienza?

È un grande onore per me essere qui, perché in questo luogo sono state fatte grandi e importanti scoperte nella Fisica, il luogo dove ha lavorato Fermi e dove ho molti colleghi. L’invito mi è stato recapitato penso due anni fa, prima ancora che scoppiasse la pandemia e prima che Parisi vincesse il Nobel. Subito, quando ho ricevuto l’invito, ho pensato che fosse una fantastica occasione per venire in Sapienza. Credo che dall’ultima volta siano passati circa quindici anni.

2. Quindici anni sono un lungo periodo di tempo. Ha percepito dei cambiamenti nella ricerca in Fisica fatta alla Sapienza?

Credo che, più o meno, tutto sia rimasto lo stesso. Tuttavia, la Fisica che si fa qui in Sapienza è Fisica delle particelle, Fisica teoretica mentre mi occupo di Fisica sperimentale. Non sono direttamente coinvolto in questo tipo di ricerche. Diciamo che sono più coinvolto, ad esempio, nelle ricerche fatte presso l’Università di Firenze, o ancora più spesso, in quello che svolgono alla Scuola Normale di Pisa. 

3. Ci sono delle differenze tra la ricerca in Fisica condotta oggi con quella di dieci anni fa? Quanto dobbiamo andare indietro o avanti nel tempo per trovare delle differenze? 

Ebbene, in dieci anni non è cambiato molto. Il cambiamento è progressivo. Naturalmente, c’è un enorme cambiamento rispetto al 19° secolo a causa della rivoluzione nella Fisica quantistica, nella relatività e ora, le tecnologie quantistiche si sono evolute negli ultimi vent’anni. Questa è una continuazione. Non sono dieci anni, il tipo di Fisica che stiamo facendo ora è iniziato vent’anni fa ed è ancora in evoluzione.

4. Lei ha citato prima Giorgio Parisi, le cui ricerche in Fisica, svolte principalmente alla Sapienza, gli sono valse il premio Nobel 2021. Quanto è lontano, o vicino, il campo di ricerca di Parisi dal Suo?

Giorgio Parisi è interessato ai fenomeni complessi che accadono nella Fisica quantistica della materia, in sistemi fatti di moltissime particelle. Il mio lavoro, invece, cerca di isolare i sistemi quantistici nella maniera più semplice possibile, e di esplorarne le proprietà quantistiche. È molto differente, tuttavia, la base è la stessa. Per esempio, l’elettromagnetismo è lo stesso per tutti, ma, semplicemente, lo si guarda da diverse angolazioni. 

5. Una domanda strana, ma devo chiederLe: è più facile ottenere un premio Nobel per la Fisica, rispetto agli altri ambiti?

 Penso innanzitutto che ottenere il premio Nobel sia frutto del caso. Le pubblicazioni scientifiche, prodotte ovunque nel mondo e in campi diversi della scienza sono innumerevoli, ma solo tre persone ottengono il premio Nobel ogni anno. Ci sono centinaia di migliaia di scienziati nel mondo, ma il numero dei premi non è cambiato. Quindi, diventa più difficile. Quando lo ottieni, vinci una specie di lotteria, ma ovviamente non è facile, devi fare qualcosa che nessun altro ha fatto prima, ma soprattutto deve avere potenzialità applicative. È una questione di lavoro, molto lavoro, ma anche molta fortuna.

6. Quale consiglio Si sente di dare ai giovani scienziati?

Il mio consiglio per un giovane scienziato è di non pensare al premio Nobel; ha distrutto la mente di molte persone ossessionate da questo premio che sono rimaste scontente per non averlo vinto. Penso sia sbagliato, io credo che la felicità dovrebbe arrivare dal lavoro fatto e non da questo tipo di riconoscimenti.

7. Queste lezioni sono fatte per gli studenti, cosa pensa possano ottenere alla fine di questo corso?

Io spero che percepiscano il senso di integrazione del mondo della scienza con la Fisica. Quello che stiamo facendo ora proviene dal passato, su una scala temporale molto ampia. La base è il metodo, quello scientifico razionale che dovrebbe aiutare ad evitare ciò che sta accadendo ora, per esempio con la diffusione delle fake news. Io spero che mostrando, ad esempio, come la scienza della luce si è evoluta nel corso dei secoli, riescano a comprendere la necessità di credere in questo tipo di verità. Non è un dogma, ma è una verità evoluta con il pensiero razionale, ovvero, con il dubbio di scoprire se quello che si vede sia vero o falso. 

8. Al giorno d’oggi, la diffusione della disinformazione e delle fake news è fenomeno diffuso, come diceva. Pensa che l’evoluzione della tecnologia stia ora aiutando questo pensiero distorto?

La tecnologia può essere usata per fare ottime cose, se usata correttamente. Internet è fantastico, perché permette il propagarsi di tantissime informazioni, puoi conoscere tutto se lo cerchi nel modo giusto ma può anche portarti sulla strada sbagliata se credi a tutto ciò che vedi.

Cattedra “Enrico Fermi”

La Cattedra “Enrico Fermi” 2022, fatta di un ciclo di trenta ore di lezione, divise in quindici lezioni da due ore ciascuna, è intitolata “Scienza della luce: dal telescopio di Galileo al laser e alla rivoluzione dell’informazione quantistica”. Le lezioni sono aperte a tutti, ma l’obiettivo primario è quello di avvicinare i giovani studenti delle scuole superiori all’Università e alla Fisica. Il grande lavoro organizzativo ha permesso, dopo un anno di stop causa pandemia, la realizzazione del corso con un grande numero di iscritti. “Le lezioni hanno un carattere se non proprio divulgativo, quanto meno accessibile per tutti. Non era mai successo che, come quest’anno, avevamo avuto una così forte adesione da parte delle scuole, forse perché abbiamo fatto un lavoro di promozione più sistematica”, così ha affermato Paolo Mataloni, Professore di Ottica non lineare e quantistica del Dipartimento Di Fisica di Sapienza e coordinatore scientifico della Cattedra “Enrico Fermi”. “Abbiamo 150 iscritti che ci seguono da casa e 100 qui in presenza, hanno partecipato almeno dieci scuole”, ha aggiunto Mataloni.
Sono presenti delle regole per gli studenti “hanno un numero minimo di lezioni da seguire in presenza però, dato il momento, è possibile seguirle anche da remoto” spiega Mataloni, e anche una verifica finale “alla fine del corso gli studenti, in gruppi di tre, faranno un lavoro, su uno o due argomenti a piacere svolti durante le lezioni e alla fine verrà giudicato” ha continuato Mataloni. I migliori dal punto di vista divulgativo verranno selezionati per una pubblicazione proprio su StaR.
E’ chiaro che la Fisica in Sapienza è in continua evoluzione. Non solo dal punto di vista della ricerca, ma anche nel modo di renderla accessibile a tutti, anche ai giovani. Una missione intrapresa anche dal Premio Nobel per la Fisica 2021, Giorgio Parisi. Mataloni interrogato su che cosa sarà la fisica dopo Giorgio Parisi? dice “Una domanda troppo impegnativa, non lo so, sarà la fisica che si fa sempre. I cambiamenti si vedono su tempi più lunghi, a volte c’è uno strappo più forte. In dieci o forse vent’anni si potranno vedere cambiamenti, non solo nella meccanica quantistica, o nei sistemi complessi di Parisi, ma anche in altri campi come quelli che, ad esempio, tratterà Haroche nelle prossime lezioni: la tecnologia quantistica, l’informazione quantistica e la computer quantistica”.

Serge Haroche, Fisico Quantistico premio Nobel per la Fisica 2012

Paolo Mataloni, Fisico quantistico presso il Dipartimento di Fisica della Sapienza Università di Roma

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