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Il genio oltre la disabilità fisica

di Francesca Capparoni, III J, Istituto Di Vittorio – Lattanzio,Roma

Questo saggio partecipa al concorso Hansel e Greta. Il vincitore verrà designato sulla base del numero di voti ricevuti e della valutazione da parte di una giuria di qualità. Le votazioni partiranno il 15 giugno 2020. Per votare cliccare su questo link, selezionare il tema desiderato e cliccare sul pulsante “vota” in fondo alla pagina.

Hawking ha dimostrato che una grave disabilità fisica a volte non costituisce un ostacolo insormontabile per raggiungere risultati importanti per la scienza e per il progresso dell’umanità. Egli si è ritenuto fortunato nella vita in quanto la sua invalidità non ha rappresentato uno svantaggio grave, “avendo avuto la fortuna di scegliere , come materia di studio, una scienza che sta per intero nella mente”.

Stephen William Hawking nasce a Oxford l’8 gennaio 1942 e muore a Cambridge il 14 marzo 2018. È stato cosmologo, fisico, matematico, astrofisico, accademico e divulgatore scientifico, uno fra i più autorevoli e conosciuti scienziati mondiali, noto soprattutto per i suoi studi sui buchi neri e sulla relatività. Malgrado sia stato considerato un genio dalla comunità scientifica, non ha mai ricevuto il premio più prestigioso, il Nobel per la fisica.

Hawking è stato il primo a lavorare contemporaneamente sulla relatività generale e la meccanica quantistica. La meccanica quantistica descrive fenomeni infinitamente piccoli, a livello di atomi e particelle, mentre la relatività generale descrive fenomeni su scala cosmica. Da decenni i fisici tentavano di unificare queste due teorie e Hawking per tutta la sua vita ha cercato di realizzare la teoria del tutto, una teoria capace di descrivere l’intera realtà, dall’origine del cosmo al mistero dei buchi neri, espandendo gli orizzonti dell’esplorazione umana dall’estremamente piccolo all’estremamente grande.

Si laurea all’Università di Oxford in Scienze Naturali e consegue il dottorato presso l’Università di Cambridge in Fisica Teorica e Cosmologia; in seguito ottiene (nel 1979) la cattedra di matematica a Cambridge, occupata un tempo da Newton. La sua storia di scienziato con una sconfinata passione per la ricerca, si intreccia con i gravi problemi di salute che lo hanno afflitto fin da giovane. All’età di 21 anni (nel 1963) gli era stata diagnosticata la sclerosi amiotrofica laterale, una malattia che provoca la disintegrazione delle cellule nervose, che lo avrebbe portato ad una morte rapida. I medici gli avevano dato due anni di vita, invece muore dopo 55 anni dalla diagnosi. La malattia ha un decorso lento durante il quale Hawking non dispone più nemmeno della voce ed è costretto a comunicare servendosi di un sofisticato computer che gli consente di esprimersi con grande lentezza.

Benché la malattia avesse progressivamente ridotto le sue capacità di comunicare e di muoversi, Hawking ha condotto tenacemente i sui studi sul concetto di buco nero. Le sue ricerche nell’ambito della relatività generale hanno confermato la teoria del Big Bang sull’origine dell’universo. Una delle scoperte più importanti di Hawking è stata inoltre la radiazione di Hawking, la teoria secondo cui i buchi neri non sono completamente neri, ma emettono radiazioni che alla fine provocano la loro scomparsa.

Nonostante la fama raggiunta per l’importanza dei suoi studi nella fisica teorica, Stephen Hawking in tutta la sua vita non ha ricevuto il premio Nobel. Per vincere un Nobel le scoperte scientifiche teoriche devono essere confermate da dati empirici, provenienti da osservazioni. Per quanto riguarda gli studi di Hawking, non è possibile ancora ottenere la verifica sperimentale delle sue teorie, in quanto occorrerebbero decenni per disporre della strumentazione necessaria, tuttavia i suoi studi ci consentono di intravedere ciò che si profila per il nostro futuro.

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