Tangerine Dream Underwater Sunlight

Tangerine Dream Underwater Sunlight

L’album dei Tangerine Dream tra suoni sintetici e immagini

Si sa che la musica può suscitare emozioni visive oltre che auditive, e uno degli esempi più impressionanti di questa capacità è l’album Underwater Sunlight dei Tangerine Dream, gruppo di musica elettronica fondato negli anni ’70 da Edgar Froese.

Col passare del tempo la musica del gruppo si è evoluta, insieme con la formazione della band, passando da una elettronica sperimentale, oggettivamente un po’ ostica da digerire, a sonorità via via più rotonde e orecchiabili, accomunate da masse sonore corpose e da frammentazioni multiple e quasi ossessive dei tempi, aiutate dal sapiente uso dei sequencer e dei sintetizzatori.
L’album in questione fa parte del cosiddetto “periodo blu” (dal colore dell’etichetta della loro casa discografica in quegli anni), ed è il primo in cui Paul Haslinger entra a far parte del gruppo, e la cosa si sente: grazie al suo apporto di pianista con una formazione classica, le strutture dei brani diventano più rigorose, valorizzando i contrasti tra sviluppi compositivi sempre originali, con risultati decisamente affascinanti ed evocativi in termini visivi.

Song of the whale…

Un brano del disco che può essere considerato un modello per questo tipo di approccio è la traccia numero 2: Song of the Whale, Part Two: …To Dusk [1] (la numero 1 si intitola From dawn). Una lunga intro (2 minuti!) di piano solo, di sapore classico e minimalista, introduce un tema molto orecchiabile, che si espande in un tappeto di suoni sintetici che evoca la tranquillità delle profondità marine. 

Con poche pennellate quasi impressioniste il gruppo crea una massa sonora che evoca l’immagine avvolgente di una balena che nuota nel mare e sembra giocare nei riflessi di luce nell’acqua al crepuscolo.  

Il brano dura oltre dieci minuti – non bisogna avere fretta per goderne appieno –, scelta antitetica ai ritmi frenetici imposti dalla società, da interpretare come un invito a ritrovare i tempi della natura, nell’incedere lento, ma inesorabile, del più grande essere vivente del pianeta.

I Tangerine Dream e le colonne sonore

Che la musica dei Tangerine Dream sia in grado di evocare o rinforzare immagini visive è testimoniato dalla corposa produzione di colonne sonore del gruppo: oltre 60 nel giro di 50 anni di attività, tra cui Risky Business e Legend, con un giovanissimo Tom Cruise; Fenomeni paranormali incontrollabili (Firestarter), tratto da un romanzo di Stephen King; e Shy People, di Andrei Konchalovsky, la cui protagonista, Barbara Hershey, verrà premiata a Cannes come migliore attrice. Ma forse il loro brano più conosciuto è il tema della serie TV anni ’80 Streethawk, sesta traccia [2] dell’album Le Parc del 1985.

Invito all’ascolto (referenze sonore)

1 – https://www.youtube.com/watch?v=Q1gYSeqIe4Q
2 – https://www.youtube.com/watch?v=Hk7DSveokbM

Emilio Giovenale studente del master “la scienza nella pratica giornalistica” presso il dipartimento di biologia e biotecnologie “Charles Darwin” della Sapienza università di Roma https://web.uniroma1.it/mastersgp/