Nabokov

Vladimir Nabokov, il premio Nobel mancato

di Sara Degli Effetti, Istituto Cardarelli, Tarquinia

Questo saggio partecipa al concorso Hansel e Greta. Il vincitore verrà designato sulla base del numero di voti ricevuti e della valutazione da parte di una giuria di qualità. Le votazioni partiranno il 15 giugno 2020. Per votare cliccare su questo link, selezionare il tema desiderato e cliccare sul pulsante “vota” in fondo alla pagina.

Appena si pensa al premio Nobel viene in mente Alfred Bernhard Nobel, che fu l’inventore della dinamite e della balistite. Fece una gran fortuna e in patrimonio lasciò elevate somme ad una fondazione, la quale ogni cinque anni avrebbe dovuto premiare cinque persone per i loro meriti, in base alle scoperte e invenzioni in campo letterario, scientifico, medico, cinematografico e tutto ciò che avrebbe rilasciato una grande impronta sull’umanità.

Questa scelta di Nobel è stata messa in atto per premiare centinaia di persone che hanno svolto un’importante impresa utile a tutti. Nonostante tutto ciò, molti soggetti non hanno mai ricevuto ciò che spettava loro; un personaggio della storia della letteratura che è stato oscurato dal premio Nobel è Vladimir Nabokov.

Vladimir Nabokov nacque nel 1899 a Pietroburgo da una famiglia di vecchia nobiltà russa, dopo la rivoluzione del 1917 si trasferirono in Occidente. La sua mentalità non fu per tutta la vita di stampo russo, come è solito credere, ma prese molte caratteristiche dal mondo europeo: viaggiò per l’Inghilterra, Francia e Germania. Le sue prime opere furono in lingua russa, infatti non riscossero un successo appropriato. Nel 1940 si trasferì negli Stati Uniti d’America per inseguire il suo sogno di diventare un esperto di farfalle, un entomologo. Trasferitosi nel mondo statunitense, iniziò a trattare i suoi scritti in inglese e tirò fuori le migliori opere d’arte, la più significativa è Lolita.

Lolita, alla sua uscita, generò moltissime critiche insensate, fu considerato solo un racconto lascivo, pieno di pedopornografia, ma quasi nessuno andò nel suo tratto più psicologico e né tantomeno riconobbe il ritratto della società americana. Nabokov ci presenta il libro come il diario del protagonista Humbert Humbert: una continua analisi introspettiva di un professore, un personaggio che all’inizio ci disgusta, ma al quale, nonostante sia immorale e deplorevole, alla fine ci si affeziona. Nabokov produce un testo eziologico, prende in considerazione la mentalità di Humbert fin dalle origini; da quando intorno ai 16 anni conobbe la sua adorata Annabel. I due varie volte assaporarono l’ebbrezza del piacere carnale, ma non lo gustarono mai appieno. Dopo la fine dell’estate, Annabel in un viaggio di volontariato si ammalò e da quel momento qualcosa dentro Humbert si ruppe. Divenne un insegnante acculturato, pieno di fascino, carisma ed intelligenza, ma sentimentalmente non fu mai più realizzato.

Passava il tempo a guardare le ragazzine che uscivano da scuola, giocavano nei parchi o che incontrava sul pullman. Era attratto da quelle giovani che lui chiama ninfette, come le figure mitologiche greche, le quali attiravano tutti con la loro bellezza, ma queste che lui desidera sono più piccole, arrivano massimo fino ai 14 anni, perché da lì in poi avviene l’adolescenza. Alla soglia dei 35 anni si rende conto di questa sua ossessione nei confronti delle giovani adolescenti, si disgusta e prova ripudio nei confronti di se stesso e metabolizza che l’idea migliore sia sposarsi, così non avrebbe mai più ceduto ai suoi pensieri più nascosti e perversi.

Si sposò con Valeria, che sessualmente non lo attirò mai, poiché aveva delle forme troppo da donna. Dopo il tradimento della moglie decise di trasferirsi da Parigi in America, su consiglio di un amico, in cerca di fortuna. Lì entrò nella sua vita Lo o Dolores Hize, che sarebbe diventata la ragione della sua esistenza. Trovò alloggio da Charlotte, madre di Lo, che si invaghì di lui. Charlotte chiese ad Humbert di sposarsi, lui accettò solo per rimanere più vicino all’amata Dolores.

Un giorno, Charlotte morì in un incidente e Humbert corse a prendere Lo, per rivendicare il suo dominio su di lei. La portò in giro per l’America e violò il giuramento morale che si era imposto: la violentò in un motel. Col tempo Lo subì abusi di continuo da Humbert; crescerà con difficoltà, ma alla fine riprenderà in mano la sua vita.

Quando Lolita uscì nel 1955 la società individualista americana di quel tempo non si rese conto di avere davanti un proprio ritratto, la penalizzò e non riuscì a percepire il genio creativo di Nabokov. Vladimir in questo libro ha saputo mettere a nudo un lato dell’uomo animale, ma che esiste. Humbert cerca di farsi riconoscere come un padre amorevole nei confronti della figlia, la quale, ogni giorno, perdeva la sua fanciullezza e innocenza. Lo è stata costretta a crescere in fretta, senza genitori e nelle grinfie di un uomo che l’ha guidata verso scelte sbagliate.

La società moralistica degli anni cinquanta ha cercato di occultare la feccia della società, tutti coloro che nella vita hanno subito e non sono mai stati aiutati o supportati, perché l’America doveva apparire come il mondo perfetto in cui ogni giovane vorrebbe andare. La psicologia di questo romanzo è superiore a molte altre opere del tempo, è presente una tale profondità dell’animo umano che ci si riesce ad impersonare nel corpo di un pedofilo. All’inizio del diario tutti i desideri e i pensieri ci risultano orrendi, rivoltanti e ripugnanti, ma andando avanti si capirà il meccanismo con cui pensa e si riuscirà a penetrare nella sua visione malata.

Non viene visionato psicologicamente solo il carattere di Humbert, ma anche quello di Lo, una ninfetta che non capì fin da subito a cosa stava andando incontro. Tendeva a tentarlo e provocarlo,per puro gioco, però, crescendo, proverà a porre rimedio ai suoi errori.

Nabokov, attraverso molte metalessi, è come se leggesse nel pensiero del lettore: nei tratti prevalentemente descrittivi, in cui raffigura paesaggi e situazioni, il lettore avrà l’intenzione di saltare quelle pagine, dato che rallentano in modo spropositato il ritmo del racconto, ma Nabokov, nelle vesti del narratore e/o Humbert lo ferma, invitandolo a continuare perché è proprio qui che sono contenute le svolte narrative. Chi legge, in questo modo, si sente parte della storia, come se la sua partecipazione fosse di vitale importanza per il suo continuo.

In conclusione posso affermare che, vivendo in una società più moderna e aperta del secolo scorso, si può rivisitare Nabokov in chiave più attuale, mettendo in luce tutte le sue innovazioni e il suo modo chiaro e conciso di parlare di concetti intimi e scabrosi, da un punto di vista oggettivo. Non ha mai vinto un premio Nobel, quando avrebbe dovuto, poiché rappresenta uno degli scrittori che fanno parte del puzzle della letteratura odierna.

Credits immagine: Aaron Burden on Unsplash