solidarietà

Nobel, metonimia della solidarietà

di Eleonora Ranucci, 4C, Grafica e Comunicazione, Polo3, Fano

Questo saggio partecipa al concorso Hansel e Greta. Il vincitore verrà designato sulla base del numero di voti ricevuti e della valutazione da parte di una giuria di qualità. Le votazioni partiranno il 15 giugno 2020. Per votare cliccare su questo link, selezionare il tema desiderato e cliccare sul pulsante “vota” in fondo alla pagina.

Chi pensa al Nobel come ad un think tank elevato in maniera esponenziale al valore della solidarietà, dà la premessa ad un concetto di interesse umanitario, dove l’unico modo di agire è quello di unire lo spirito di menti eccelse che non restano a guardare, ma scelgono la lotta per i valori in cui credono. Sulla figura retorica della metonimia, usata come slogan e grafica, si aprirà questo serbatoio di pensiero, il suo significato e la sua potenza.

Il premio Nobel ha in sé: il simbolo per la cosa, l’astratto per il concreto, il contenente per il contenuto, la causa per l’effetto e l’origine per il prodotto.

La preposizione per assume un valore di estensione, non limita ad un percorso, ma ne intraprende molteplici che conducono ad un unico scopo: la solidarietà. I volti sono tanti, autorevoli, profondi, pragmatici, uniti dal valore su cui il Premio vigila con immensa attenzione, nei diversi campi dello scibile umano, quello del contributo al benessere dell’umanità. L’unico modo è agire, apportare cambiamenti, che non vadano solo a sollevare momentaneamente la testa dello struzzo dalla buca, ma creino democrazia e quindi pari opportunità. La democrazia è cultura e deve essere insegnata sin dall’ infanzia.

Io so cosa voglia dire perdere la libertà. L’ho provato.

Ho perso la libertà di poter professare il mio lavoro.

Ho perso la libertà materiale, ho perso la libertà di espressione e ho perso la libertà personale.

Queste le parole di Shirin Ebadi, prima donna giudice dell’ Iran, Premio Nobel per la Pace 2003, per i suoi sforzi pioneristici nel promuovere i diritti di donne e bambini prigionieri politici nel suo Paese, istituendo una pratica legale pro bono e fondando il Centro per i Difensori dei Diritti Umani. Libertà e democrazia hanno un loro prezzo: ognuno decide quanto è disposto a pagare per questi valori che rappresentano l’ alfabeto del mondo.

Cittadinanza e Costituzione mette, al cospetto di noi alunni, personalità apparentemente lontane ma sfiorabili nel consenso e ammirazione per la loro Storia. Giovani dai quali prendere esempio come Nadia Murad, attivista irachena yazida, passata dalla fuga come schiava sessuale al Nobel per la Pace 2018. La sua forza di volontà, le ha permesso di sopravvivere ad atrocità inimmaginabili, divenendo una donna audace che lotta per salvare le vite altrui. A Lei è andato il Nostro messaggio di solidarietà nel giorno dell’ 8 marzo 2019 con dedica di due manifesti grafici che ritraggono la Fenice Guerriera risorta dalle ceneri. Enorme soddisfazione aver ricevuto una Sua risposta accompagnata da una icona rappresentante un cuore che batte.

Un’impresa con finalità sociali è un’azienda guidata da un obiettivo invece che dalla ricerca del profitto e, potenzialmente, può agire come fattore di cambiamento del mondo.

Muhammad Yunus, Nobel per la Pace nel 2006, sul palco del Teatro della Fortuna di Fano, spiega agli studenti degli Istituti superiori della città, il 20 maggio del 2019 come rendere possibile il sogno di permettere a milioni di persone di sfuggire alla povertà e accedere alla concessione del diritto economico personale. Raccontando la sua storia, ha suggerito la soluzione che potrebbe eliminare definitivamente povertà, disoccupazione e inquinamento. Nel 1974, tornato dal Bangladesh, decide di aiutare quarantadue donne prestando loro l’equivalente di ventisette dollari per l’acquisto di bambù, usato per realizzare eleganti sgabelli, allontanandole dallo strozzinaggio. Nasce così il microcredito, oggi diffuso in oltre cento nazioni che ha liberato le capacità imprenditoriali di oltre 300 milioni di persone in tutto il mondo, aiutandole a spezzare le catene dello sfruttamento.

Nessuno si salva da solo, oggi più che mai ci poniamo questa riflessione. La premessa fondamentale di un’unione politica è che, nel momento del bisogno una parte sostenga l’altra. È una questione umanitaria, come si evince dalle parole del Nobel per l’Economia 2001 Joseph E. Stiglitz, che ha compreso il significato di questo per.

All’indomani del caos Covid-19, che la ripresa sia rapida e semplice, oppure difficile e prolungata, dipenderà in gran parte dagli sviluppi dei prossimi mesi. Se si supererà il tabù del debito e del pagamento degli interessi, meno aziende falliranno e i bilanci aziendali e familiari saranno maggiormente garantiti. Fornendo ora sostegno economico a chi ne ha bisogno, una volta superata la crisi, le famiglie potranno tornare a spendere.

L’azione dei singoli individui e dei singoli Paesi ha forti ricadute sugli altri. L’unico modo per proteggersi è agire insieme.

Queste le parole che riportano alla metonimia Nobel-Solidarietà. L’Europa si trova davanti a una scelta difficile, in gioco c’è la sopravvivenza di tutti e un progetto di ripresa. La solidarietà crea solidarietà, le divisioni producono divisioni. Il Nobel è il testamento più notevole che, ad oggi, dona slancio vitale ad uno sforzo per migliorare la fraternità tra le nazioni, per l’ abolizione degli armamenti, per la costruzione di un congresso di pace.

credits immagine: Tim Marshall on Unsplash