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Luigia Carlucci Aiello, pioniera dell’intelligenza artificiale

Da insegnante a scienziata. Ecco la carriera di Luigia Aiello, “madre” dell’intelligenza artificiale in Italia

Luigia Carlucci Aiello ha ricevuto diversi riconoscimenti nel corso della sua carriera, tra cui la Laurea Honoris Causa dalla Facoltà di Tecnologia dell’università di Linköping nel 2002 e il Donald Walker Award dell’Ijcai (International Joint Conference on Artificial Intelligence) nel 2009.
Il più recente è il premio speciale alla carriera Le Tecnovisionarie, ricevuto il 10 giugno 2021, per essersi dedicata in modo particolare all’intelligenza artificiale.  

L’intelligenza artificiale come disciplina di ricerca nasce nel 1955 con John McCarthy, nello Stanford Artificial Intelligence Laboratory di Stanford, ed è qui che Luigia Carlucci Aiello inizia a scoprire il proprio interesse per questo campo. 
“ In quel laboratorio, che poi è passato alla storia, ho partecipato a progetti di ricerca che sembravano fantascienza: c’era un reparto impegnato sul fronte della robotica che sviluppava bracci meccanici, altri impegnati sul fronte della computer music, dell’elaborazione delle immagini, della grafica, del ragionamento e dell’apprendimento automatico. Le luci non si spegnevano mai, si lavorava notte e giorno, con un entusiasmo coinvolgente. Quell’entusiasmo che poi, come ben sappiamo, ha portato alle macchine della Apple e alla Silicon Valley ”, racconta Aiello. 

Si laurea in matematica alla Scuola Normale Superiore di Pisa, nel 1968, per poi diventare ricercatrice CNR all’Istituto di Elaborazione dell’Informazione, ora Isti, fino al 1981. 
Non è un caso che Luigia Aiello abbia scelto di studiare a Pisa, città determinante per la storia dell’informatica italiana. A Pisa, infatti, è stato costruito il primo calcolatore elettronico italiano, la Cep (Calcolatrice Elettronica Pisana), e nel 1986 è nata la prima connessione Internet. 
L’anno successivo Aiello diventa professore ordinario del Diag, Dipartimento di ingegneria informatica automatica e gestionale di Sapienza Università di Roma, di cui è direttore dal 2006 al 2010. 

Il suo entusiasmo per il mondo dell’intelligenza artificiale sfocia nella fondazione di un gruppo di ricerca nel Diag, dove si dedica all’indagine sulla rappresentazione della conoscenza e sul ragionamento automatico. Nello specifico le sue ricerche si concentrano su come poter rappresentare la meta-conoscenza, ossia un ragionamento sulla conoscenza che possa rendere le deduzioni più efficienti e aumentare il potere espressivo di un sistema grazie all’introspezione.
In parole spicciole Aiello, nel corso della sua carriera, ha costruito sistemi intelligenti e di supporto all’apprendimento umano, grazie alle tecniche dell’Ia, e si è dedicata allo studio della robotica cognitiva e dell’applicazione di tecniche di pianificazione a problemi di sicurezza informatica. 

Nella sua vita professionale si è spesso trovata a essere l’unica donna, in commissioni e comitati nazionali e internazionali, convinta che sia necessario “imporre la presenza delle donne per innescare un cambiamento”
“Quando io ho iniziato a lavorare nel campo dell’informatica e dell’intelligenza artificiale c’era una tale fame di braccia e cervelli che non ho mai avuto la percezione che qualcuno considerasse me e le altre poche ragazze in modo diverso. Poi, andando avanti con la carriera, non posso negare che in alcuni ambienti più di altri una certa diffidenza nei confronti delle donne l’ho notata, ma nel frattempo mi ero ben fatta le ossa”, aggiunge. 

Luigia Aiello è in pensione dal 2015, ma continua a stimolare i giovani verso la ricerca. In un’intervista rilasciata a Donne nella Scienza afferma che è necessario investire nella ricerca per uscire dalla crisi economica provocata dalla pandemia globale. Cosa che in Italia viene fatta molto poco. 
“Ora per esempio ci troviamo di fronte a grosse quantità di denaro che arrivano dall’Europa: queste risorse economiche si devono trasformare in investimenti per la ricerca e la formazione. E quando dico investire in ricerca, intendo investire su progetti di ricerca solidi. Questa è la strada da percorrere e a grandissima velocità per affrontare i problemi chiave del paese, che sono in fondo i problemi chiave a livello mondiale: avanzamento delle tecnologie, protezione della salute e protezione dell’ambiente. Sono anni che lo diciamo, ora bisogna passare all’azione”. 

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